La Violenza Contro le Donne

La violenza contro le donne

Cosa è stato fatto fin qui? Cosa possiamo fare tutti noi?

Violenza contro le donne – Il 25 novembre è il giorno proclamato nel 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per combattere la violenza contro le donne. La data è stata designata in ricordo delle sorelle Mirabal, cittadine della Repubblica Dominicana. Oppositrici del regime di Trujillo, che per volere di questi furono assassinate e barbaramente massacrate.

La violenza contro le donne – Una giornata importante per le donne e per gli uomini 

Per tutti colore che chiedono una civiltà fondata sul riconoscimento dei diritti universali della persona. Un’occasione preziosa per gli Stati, le comunità, i singoli individui per muoversi all’azione e per tutte le donne, per riflettere su ciò che è stato fatto e su ciò che ancora chiediamo. Ciascuna può essere una spinta al cambiamento, forse, basterebbe solo tenere conto di poche semplici regole.

  • Riconoscere la violenza contro le donne

Imparare a riconoscere la violenza e tutte le forme spesso non identificate come tale è il primo passo per un cambiamento che sia innanzitutto culturale. La Convenzione siglata l’11 maggio 2011 ad Istanbul dal Consiglio d’Europa definisce la violenza nei confronti delle donne “una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata”. La violenza è fisica, ma non solo, è sessuale, psicologica, è stalking ed è anche violenza economica, spesso fondata sui ruoli stereotipati attribuiti ai generi. È un comportamento lesivo, “manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi”, che intende ledere la dignità, l’identità e la libertà della donna.

  • La violenza contro le donne – Educare

Per contrastare  la malapianta della cultura della discriminazione e della violenza di genere bisogna fare attecchire la cultura della parità e del rispetto. Bisogna allora che si intervenga sull’educazione. Iniziando dalle agenzie a questo deputate. La scuola e la famiglia. Così come le associazioni sportive e ricreative. Dai boy scout alle società di calcio.

  • La violenza contro le donne – Informarsi e formarsi

L’istruzione abilita ad esercitare i diritti di cittadinanza, dota ciascuno del linguaggio indispensabile ad una vita autenticamente sociale. L’informazione offre gli strumenti, le competenze per vivere da cittadini consapevoli  dei propri diritti e doveri. È l’ignoranza la principale alleata della condizione di inferiorità in cui talvolta è mantenuta la donna. Informarsi significa conoscere le forme di tutela previste dalle norme, dalla legge 154 del 2001 alla legge detta “sul femminicidio”, la 119 del 2013.

  • La violenza contro le donne – Informare

Significa condividere i saperi e le competenze, ma significa anche allertare la società e le comunità in cui viviamo sul problema e le sue possibili soluzioni, sugli strumenti di cui dotarsi e sui Centri a cui poter chiedere aiuto. Bisogna parlare di femminicidio , perché sia riconosciuto, perché nessuno possa fare finta che il problema non esiste.

  • La violenza contro le donne – Partecipare

Libertà è partecipazione, cantava Giorgio Gaber. La partecipazione è un esercizio di libertà, è impegno. E’ prendere parte per dare il proprio contributo nella realizzazione di un bene comune. Unirsi alle manifestazioni indette per la giornata del 25 novembre, anche solo dedicando un’azione della nostra giornata al cambiamento culturale. Alla destrutturazione degli stereotipi sociali che svantaggiano la donna. Non è “roba per femministe”! E’ un diritto, un dovere. E’ libera manifestazione di volontà e una testimonianza della solidarietà femminile.

  • La violenza contro le donne – Denunciare la violenza contro le donne

Negare la violenza non la rende più tollerabile. Alcuni ostacoli legati a particolari situazioni personali  possono far credere che la denuncia possa  peggiorare la propria condizione. Ma oggi esistono nuovi strumenti di tutela per le donne che decidano di rivolgersi alle Forze dell’Ordine. Anche qualora non volessero sporgere denuncia.

  • La violenza contro le donne – Tutelarsi

Non bisogna arrivare al limite della sopportazione per capire che è il momento di uscire fuori dal bozzolo e ricominciare a respirare. I Centri antiviolenza sono servizi in grado di offrire alle vittime di maltrattamenti e abusi. Così come protezione, assistenza legale e psicologica e un alloggio.

  • In caso di violenza contro le donne chiedere aiuto. 1522 è il numero da chiamare

È un servizio di emergenza che offre consulenza e assistenza multilingue alle vittime di ogni forma di violenza. E’ attivo 24h/24 per 365 giorni l’anno.

  • La violenza contro le donne – Proteggere

Denunciare e chiedere aiuto significa proteggere e prendersi cura di se stesse e delle persone che amiamo.

  • La violenza contro le donne – Essere se stesse

Amarsi un po’ e avere cura e rispetto di sé e della propria inviolabile dignità. La violenza sulle donne non è imputabile alla donna. Perché la violenza non è la conseguenza di atteggiamenti provocanti o di comportamenti disinibiti.

Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata

Tempo di lettura: 5 minuti

Ultimo aggiornamento: 06 luglio 2024

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2 risposte

  1. Abbiamo fatto molto, è vero. Molto ancora rimane da fare… Uscire allo scoperto credo sia uno dei gesti più potenti per liberarsi di questo flagello. Anche io, vittima come tante altre donne di stalking, ho intrapreso questa strada: post sul mio blog, raccolta di informazioni nei centri antiviolenza, consulti con avvocati specializzati in materia ed infine denuncia alle forze dell’ordine. Il ciclo si chiude. Il “”predatore”” è sotto scacco, ora è lui ad avere paura, per la sua reputazione, a rischio. La musica è cambiata. Ed era ora!

  2. La dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne recita “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare un danno fisico, sessuale o psicologico,comprende le minacce di violenza , la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata.” I maltrattamenti fisici e psicologici si manifestano con percosse, atteggiamenti persecutori, e abusi sessuali. Altre forme di violenza esercitate sulle donne, in alcuni paesi del mondo, è il fenomeno delle ‚Äúspose bambine‚Äù e la pratica delle mutilazioni dei genitali femminili. In tutto il mondo , senza più confini geografici dettati dalle culture locali, si sta diffondendo, purtroppo, la pratica di sfigurare il volto delle donne con l’acido , da parte degli uomini /partner che si sentono rifiutati. La violenza contro le donne è senza limiti sino ad arrivare al cosiddetto “femminicidio”, di cui recentemente il codice penale ne prevede il reato. La stima di sé è la migliore alleata per allontanarsi da un partner che mostra il suo amore a“suon di botte” o attraverso altri abusi , restrizioni o controlli. Nelle molestie e nelle violenze non esistono episodi isolati o colloqui di chiarimento , per cui è bene non accettare l’ultimo incontro da parte di un partner da quale si sta decidendo di separarsi o da un amante che si sente rifiutato, perché quell’ultimo incontro potrebbe diventare per la donna l’ultimo giorno della sua vita. Se il partner violento è anche il padre dei vostri figli, l’unica cosa da fare, per SALVARE lui, voi stesse e i vostri figli, è chiedere AIUTO, agli specialisti, alle forze dell’ordine, alle strutture di sostegno sociale e ai numeri verdi dei centri antiviolenza presenti nelle diverse città italiane. L’amore veste le ali della libertà e non gli abiti del lupo cattivo.

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