Un’esperienza quella delle vacanze che finiscono subito che abbiamo fatto tutti. Ma perché succede?
Tutti noi abbiamo sperimentato quanto velocemente volino le vacanze (e in generale le cose piacevoli) e quanto invece lunghe siano le cose meno piacevoli (la riunione, la fila alla posta, etc.). C’è chi ha provato a dare una risposta. E forse c’è anche una soluzione.
Un secondo o un’eternità
La vacanza, il week end, la cena romantica… Bello eh!? Il tempo del loro arrivo è sempre lungo, infinito, poi, una volta arrivati sembra finire subito. È capitato anche a voi? Invece le cose sgradevoli e faticose arrivano veloci e sembrano durare a lungo. Troppo. Perché? La chiamano percezione soggettiva del tempo, ma da cosa dipende?
Perché le vacanze sembrano finire subito e invece le ore di lavoro sembrano non passare mai?
Tutti noi abbiamo fatto esperienza di questo fenomeno. Quante volte abbiamo avuto l’impressione che il tempo sia in realtà molto relativo (“Perché ‘l tempo fugge e inganna…”, Canzona di Bacco di Lorenzo de’ Medici, detto Il Magnifico), e comunque non è uguale per tutti. Tutti noi abbiamo una percezione molto soggettiva del trascorrere del tempo. Che cambia a seconda delle situazioni che viviamo:
- Cena con gli amici
- Vacanza
- Fine settimana romantico
- Etc.
Le cose belle sembrano volare.
Invece:
- Studiare per un esame
- Fare un lavoro che non ci piace
- La fila alla posta per pagare le bollette
- Etc.
Tutto questo ci provoca sempre una differente percezione del trascorrere del tempo: i minuti non passano mai!
La differenza di questi tipi di percezione sta nella nostra aspettativa
A cercare di capirci qualcosa in più ci hanno provato i ricercatori dell’Università dell’Ohio, che hanno indagato i meccanismi che sono alla base della percezione che ciascuno di noi ha del tempo, presente e del tempo futuro. Loro hanno fatto un esperimento!
L’esperimento ha coinvolto un campione di 450 persone. A queste è stato chiesto di pensare a due eventi futuri e di segnare sulla linea del tempo quanto vedevano lontano, l’inizio e la fine, per esempio, della vacanza tanto agognata e di fare la stessa cosa con un evento invece poco gradito.
L’esito dell’esperimento è chiaro
In caso di attesa della vacanza le persone coinvolte lo segnavano molto lontano sulla scala temporale. E l’inizio e la fine del periodo di vacanza immaginato erano quasi coincidenti nella linea del tempo. Come se la vacanza, in realtà, non avesse una sua reale durata.
Quando invece queste persone pensavano ad una situazione futura spiacevole, faticosa, questa veniva segnata sulla linea del tempo molto più vicina e all’evento veniva data una durata decisamente più lunga.
In breve la prima situazione, quella piacevole, sembrava non arrivare mai e al contempo finire subito.
La seconda invece, quella spiacevole, vedeva gli eventi molto più vicini (ad esempio l’attesa del voto di un esame). Ma non solo. Sembra anche che non finisca mai.
La situazione piacevole viene percepita (per quasi il 50%) come se avesse una durata minima o addirittura nulla.
La nostra percezione è che le cose positive siano sfuggevoli, fugaci. Troppo corte.
In caso di situazione spiacevole, faticosa, attribuiamo alla durata dell’attività un tempo lungo, e si tende a dilatare il tempo di permanenza.
Cosa possiamo fare?
Forse il consiglio migliore è quello di imparare a gustarci i piccoli momenti che stanno dentro tutte le giornate, piacevoli, tipicamente estive, ma anche di tutte le altre, provando a lasciare da parte queste antipatiche distorsioni temporali.
Anche perché, come cantava il Magnifico, Lorenzo de’ Medici:
“Chi vuol essere lieto sia di doman non c’è certezza”.
Buona ripresa a tutte!
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message
Un’esperienza che abbiamo fatto tutti quella della diversa percezione del tempo che se facciamo qualcosa di spiacevole sembra non passare mai, cosa diversa invece se siamo dentro una situazione bella, una vacanza, una cena romantica…. Ma perché succede? Tutti noi abbiamo sperimentato questo aspetto poco simpatico del tempo. C’è chi ha provato a dare una risposta e forse c’è anche una soluzione.
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