Per evitare di soffrire di questa infiammazione che colpisce i diverticoli, occhio a cosa metti nel piatto (e nella pancia)!
La diverticolite non è colite, non c’entra con la labirintite. È una loro ‘cugina’ molto lontana e piuttosto antipatica, ha molto a che fare con il cibo che mangiamo e si chiama diverticolite. In termini tecnici, è un’infiammazione dei diverticoli, piccole sacche naturalmente presenti nell’intestino, più esattamente nel colon e nell’intestino crasso.
Numeri e fattori di rischio
Dagli ultimi dati circa metà degli italiani e della popolazione mondiale ne soffre e sembra che la causa principale di questo disturbo sia il ‘troppo benessere’ dei nostri paesi, dove è frequente riscontrare un’alimentazione non corretta, ricca di proteine animali e di grassi e povera di fibre vegetali presenti nella frutta e verdura. Nelle stagioni più calde, l’aumento delle temperature e il cambiamento delle abitudini alimentari, la diminuzione di cibi ‘sani’, un maggiore consumo di snack e uno stile di vita meno regolare possono costituire ulteriori fattori di rischio per l’insorgenza della diverticolite.
I sintomi della diverticolite
Eccoci a scoprire perché la diverticolite non ci sta poi così simpatica. Non ha sintomi specifici o manifesti, dato che si presenta comunemente con crampi, dolori addominali e disturbi intestinali, tipici anche in chi soffre di stipsi, condizione molto frequente quando l’alimentazione è poco curata o povera di fibre. Ci si può trovare però di fronte a dolori fortissimi e improvvisi, specie durante la defecazione, quando lo sforzo può causare un aumento della pressione nel colon, provocando il rigonfiamento verso l’esterno dei diverticoli.
Diagnosi e terapia
Il medico diagnostica la presenza di diverticolite con ecografia, colonscopia o altri esami strumentali come la TAC. Generalmente, il primo approccio alla malattia è quello farmacologico, con antibiotici abbinati a una dieta sana, ricca di liquidi e di fibre, che consente di ristabilire la situazione intestinale. Se non adeguatamente trattata, però, la diverticolite può degenerare, divenire cronica e richiedere interventi chirurgici, come la resezione parziale del tratto di intestino interessato. In due o tre settimane questo intervento consente il recupero totale della funzionalità intestinale, anche se non pone al riparo da future ricadute.
Prevenire la diverticolite
Il vecchio slogan che tutti conosciamo è valido anche in questo caso: la buona salute inizia a tavola. L’alimentazione è infatti considerata la principale determinante della diverticolite e allo stesso tempo il migliore alleato per prevenirla. È bene aumentare l’apporto di fibre, verdura, frutta e acqua. Evitando alimenti che contengono semi, poiché questi possono depositarsi nei diverticoli, infiammandoli. Il controllo e l’aumento di Vitamina D, contenuta negli alimenti ricchi di Calcio, è altrettanto importante e aiuta a mantenere l’equilibrio intestinale, l’integrità della mucosa e a moderare l’infiammazione intestinale. Infine, mai sottovalutare l’importanza dello sport: una regolare attività fisica fuga anche il rischio di diverticolite, diminuendo la pressione intestinale.
Dott.ssa Noemi Matteucci per Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
– Harrison, Principi di Medicina Interna, Milano, McGraw-Hill, 2006;
– ASL La malattia diverticolare;
– Forum Salute.
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Take Home Message
La diverticolite è un’infiammazione dei diverticoli, piccole sacche presenti nell’intestino (nel colon e nell’intestino crasso). Non ha sintomi specifici: si presenta con crampi, dolori addominali e disturbi intestinali, tipici anche in chi soffre di stipsi. La prevenzione comincia a tavola con una dieta ricca di fibre, frutta e verdura. Non va sottovalutata l’importanza di una costante attività fisica, che aiuta a diminuire la pressione intestinale.
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