Giornata Mondiale dell’Omeopatia (10 aprile)
In occasione di questa giornata, abbiamo posto al dott. Donato Virgilio medico di famiglia esperto in omeopatia, alcune domande che ci hanno posto le utenti, per saperne di più sull’omeopatia
Partendo dalla storia, proviamo a chiarire le differenze con la fitoterapia, le caratteristiche così come la particolarità. Come ad esempio quella tutta italiana, che prevede la totale assenza del bugiardino nelle confezioni di medicinali omeopatici.
Come nasce l’omeopatia?
Tutto ha inizio intorno alla fine del ‘700, con le ricerche avviate dal medico tedesco Samuel Hahnemann, basate sul principio di similitudine. Il medico notò che per il trattamento di determinati disturbi poteva risultare utile assumere le sostanze che li avevano determinati, purché in piccolissime dosi e diluite con acqua. Applicando questo principio, Hahnemann capì che queste sostanze potevano agire fino alla graduale scomparsa della sintomatologia. Il termine “omeopatia” deriva dall’unione di due diverse parole greche: “òmoios”, che significa “simile” e “pathos” che significa “malattia, sofferenza”. Una parola che fa dunque riferimento al principio di similitudine a cui si ispira l’approccio omeopatico. Indirizzo terapeutico fondato sul concetto che le forme morbose vadano curate con dosi infinitesimali di quelle sostanze che, somministrate a persone sane, inducono una sintomatologia analoga a quella considerata.
Cosa sono e come funzionano i farmaci omeopatici?
Spesso quando prescrivo dei farmaci omeopatici ai miei pazienti, mi rendo conto che esistono ancora alcuni luoghi comuni in merito. E che tanti Italiani non conoscono le caratteristiche e i vantaggi di questi medicinali. Il motivo è principalmente l’assenza delle indicazioni terapeutiche e della posologia per questi farmaci. Che non possono essere riportare all’interno della confezione o sul packaging. Un “gap” tutto italiano che non fa altro che alimentare l’aura di “mistero” che aleggia intorno all’omeopatia. I farmaci omeopatici sono medicinali a base di sostanze naturali, di origine animale, vegetale o minerale caratterizzati da elevata diluizione, il che garantisce al prodotto una pressoché totale assenza di tossicità. Le forme farmaceutiche che prescrivo più spesso sono i granuli e i globuli, ma sono disponibili in commercio anche gocce, gel, creme, compresse, colliri, sciroppi… in pratica tutta la gamma classica delle presentazioni al pubblico.
Per essere precisi, i medicinali omeopatici possono essere suddivisi in due gruppi. I cosiddetti medicinali omeopatici unitari, contraddistinti da un nome latino (per esempio Arnica montana, Apis mellifica, Belladonna…). Disponibili a diverse diluizioni omeopatiche, indicate da un numero seguito da una sigla (CH, diluizione centesimale effettuata secondo il metodo originale di Hahnemann. K, diluizione secondo il metodo di Korsakov, dal nome del medico dell’800 che ne escogitò la tecnica). E le specialità omeopatiche, che rappresentano l’altro gruppo. Indicate con un nome di fantasia voluto dalle aziende e presenti sotto forma di compresse, sciroppi, monodosi liquide, pomate e in altre forme farmaceutiche.
Qual è la differenza tra medicinali omeopatici e fitoterapici?
Succede molto spesso che i pazienti confondano l’omeopatia con la fitoterapia, quasi fossero la stessa cosa. In realtà, per fitoterapia si intende semplicemente un metodo terapeutico che utilizza sostanze di origine unicamente vegetale, ed è molto antico: se ne ha traccia fin dai tempi degli antichi Egizi, così come per l’estremo oriente e altre civiltà; d’altronde, le malattie esistono da sempre e da sempre l’uomo ha cercato di opporvisi con quello che aveva a disposizione. Inoltre, la fitoterapia cura per mezzo di estratti di piante a dosi ponderali, mentre l’omeopatia con medicinali ottenuti da tutti e tre i regni della Natura e a dosi infinitesimali. Non dimentichiamo che per i fitoterapici esistono dosaggi massimi da non superare, interazioni farmacologiche, controindicazioni ed effetti collaterali: esattamente come per qualsiasi altro farmaco “tradizionale”.
Spesso si dice che i medicinali omeopatici agiscono lentamente e si possono usare solo per disturbi lievi, è vero?
Mi capita spesso di smentire pazienti che non si avvicinano all’omeopatia perché pensano abbia un’azione lenta, a prescindere dalla patologia per la quale venga utilizzata. La rapidità d’azione dipende proprio dal problema di salute considerato. Per la cura di un sintomo acuto, l’azione è rapida e, a seconda delle situazioni, può andare da pochi minuti a qualche ora o qualche giorno. In caso di malattie croniche, invece, dove è fondamentale una visita da un medico esperto in omeopatia, il trattamento è necessariamente più lungo. Diciamo che la rapidità d’effetto è proporzionale alla durata della malattia. Qualsiasi medico esperto in omeopatia è in grado di affrontare brillantemente diverse patologie acute. Tonsilliti, cistiti, traumi. E di solito con risultati altrettanto rapidi – se non di più – del farmaco tradizionale.
Un altro luogo comune che mi capita spesso di smentire riguarda la convinzione che l’omeopatia sia efficace solo per patologie lievi. Anche questo è falso. I medicinali omeopatici sono utilizzati con successo nella prevenzione e cura di malattie croniche o recidivanti. Ad esempio forme allergiche respiratorie o cutanee croniche, cistiti ricorrenti, bronchiti croniche, artrosi, osteoporosi, coliti. Così come anche per contenere gli effetti secondari di molti farmaci per uso cronico. E addirittura per i chemioterapici. Come dimostra il caso dell’Ambulatorio di Terapie Complementari a Supporto dei Trattamenti Oncologici presso l’Ospedale Sacco di Milano. Dove il Prof. Fabio Corsi, responsabile della senologia, utilizza le terapie complementari per trattare, nelle donne operate di carcinoma al seno, gli effetti collaterali delle cure antitumorali.
Sono sicuri i medicinali omeopatici?
Questo è un aspetto che mi fa piacere chiarire. Troppo spesso si afferma che i medicinali omeopatici non sono sicuri o che sono fabbricati con norme diverse rispetto ai medicinali allopatici. In realtà sono fabbricati seguendo le norme di buona fabbricazione del farmaco. Queste vengono imposte dall’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco) per la produzione di tutti i medicinali. Grazie alle loro alte diluizioni gli omeopatici non presentano tossicità chimica, controindicazioni, interazioni farmacologiche ed effetti indesiderati legati alla quantità del prodotto assunto. Per questo motivo possono essere somministrati a bambini, adulti (donne anche incinte) e persone anziane, spesso politrattate.
Esistono delle patologie o dei disturbi per i quali la terapia omeopatica è particolarmente indicata?
I farmaci omeopatici possono risultare utili per il trattamento di molti disturbi di varia natura. Sia in maniera alternativa alla medicina tradizionale. Sia nell’ambito di un approccio integrato. Specialmente per alcune patologie più complesse. Per esempio è possibile ricorrere all’omeopatia in prima scelta in presenza di stati ansiosi o emotivi. Per prevenire e curare i sintomi influenzali, in caso di forme allergiche. Fino ad arrivare alla cura degli effetti secondari di importanti terapie come quelle oncologiche. Nel supporto, per esempio, all’organismo debilitato dalla chemioterapia.
Utile in ogni caso il parere del proprio medico, a cui rivolgersi per ogni dubbio e per definire la terapia omeopatica o integrata più adatta alle proprie esigenze; sempre che questi non appartenga alla schiera dei disinformati detrattori.
Qual è la normativa italiana al riguardo? E come si comportano gli altri paesi e in particolare WHO?
Sono rimborsabili? È possibile fare pubblicità come per il farmaci OTC? È possibile inserire il bugiardino? O specificare le indicazioni come per i farmaci OTC? etc.
I medicinali omeopatici in vendita nelle farmacie italiane non contengono all’interno delle confezioni, né sul packaging, informazioni relative alla posologia e alle indicazioni terapeutiche. Si tratta di un’anomalia italiana legata a un decreto legislativo, per la precisione il 219/2006. Acquistando infatti lo stesso prodotto in un altro Paese, per esempio in Francia, in Belgio, in Spagna, le indicazioni terapeutiche sono presenti chiaramente sulle confezioni. Un “gap” di cui si attende una risoluzione per garantire trasparenza e maggiore informazione sui medicinali omeopatici. E rispettare così un’esigenza di molti consumatori. Come emerso da un’indagine recentemente condotta da AstraRicerche. Oltre 21 milioni di Italiani desidererebbero che in questi medicinali si riportassero le indicazioni terapeutiche.
In Italia i medicinali omeopatici non sono rimborsati dal Sistema Sanitario Nazionale. Ma possono comunque essere portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi.
La detrazione spetta nella misura del 19% della spesa sostenuta nell’anno precedente; se questa supera l’importo della franchigia di € 129,11. I medicinali omeopatici sono detraibili solo se sulla confezione esterna del farmaco è presente la dicitura “medicinale omeopatico” o “farmaco omeopatico” o analoghe abbreviazioni. Come per i farmaci allopatici per fruire dello sconto fiscale è necessario documentare la spesa mediante lo “scontrino parlante”. Questo deve specificare la natura, la qualità, la quantità e il codice AIC (che sostituisce il nome del farmaco ai fini della tutela della privacy). E soprattutto il codice fiscale del paziente. Non è quindi più necessario allegare la fotocopia delle relative ricette
Come ci si specializza in omeopatia?
L’omeopatia non è una specializzazione ufficiale come lo sono invece pediatria, ginecologia, dermatologia, etc… È possibile seguire una formazione in omeopatia successivamente alla laurea in medicina e chirurgia. Dopo aver conseguito questo titolo ci si può iscrivere ad una scuola di “specializzazione” in omeopatia. La durata è di circa tre anni. In Italia ce ne sono diverse, alcune di ottima qualità. Cercando in rete o parlando con i nostri farmacisti non è difficile trovare quella che più fa al caso proprio. Sottolineiamo, però, che sono tutte scuole riservate al solo personale sanitario abilitato, e con percorsi didattici necessariamente differenziati per medici e farmacisti.
Esiste un elenco o un albo di medici specializzati in omeopatia?
O meglio se una nostra utente volesse rivolgersi ad un medico specializzato in omeopatia dove può trovare delle informazioni attendibili?
Per trovare un medico con una precisa specializzazione (ginecologia, pediatria, dermatologia…) che sia anche esperto in omeopatia, si può fare riferimento ai siti delle associazioni di medici omeopati. Alcuni portali online offrono la possibilità di selezionare la zona d’interesse insieme alla specializzazione ricercata. Così da trovare lo specialista da cui recarsi. Per alcune province gli Ordini dei Medici hanno acquisito degli elenchi di medici esperti in medicina integrativa. Bisogna verificare di caso in caso. Una buona risorsa informativa è senza dubbio il farmacista di riferimento. È la persona che meglio conosce il panorama medico della zona, e che saprà consigliare il proprio cliente.
Dott. Donato Virgilio Medico Esperto in medicina non convenzionale – omeopatia – fitoterapia per Redazione VediamociChiara
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-> Leggi anche “Farmaci omeopatici – Cosa sono e cosa è l’omeopatia”
-> SIMO – Società Italiana Medicina Omeopatica
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Intervista con il dott. Donato Virgilio, medico di famiglia omeopata, che ci illustra meglio l’omeopatia. Partendo dalla storia, chiarendo le differenze con la fitoterapia, le caratteristiche così come la particolarità. Come ad esempio quella tutta italiana, che prevede la totale assenza del bugiardino nelle confezioni di medicinali omeopatici. L’omeopatia è oggi un modo diverso di curarsi da molte malattie. Come ad esempio i sintomi influenzali, forme allergiche, cistiti, osteoporosi. Non avendo tossicità chimica può essere somministrata a bambini, anziani e donne incinte, senza il rischio di effetti collaterali.
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