La TOS, la Terapia Ormonale Sostitutiva, capace di alleviare i sintomi delle donne in menopausa, è usata per intervenire sui casi di carenze ormonali.
La TOS però deve essere scelta in maniera personalizzata e con l’aiuto del medico, ed iniziata al momento giusto, cioè quando la donna è da poco entrata in menopausa. Non è indicata nel caso di tumori e altre gravi malattie.
“Per sempre donne…”
Fu sperimentata negli anni Venti su pazienti che avevano subito l’asportazione chirurgica delle ovaie. La TOS si è diffusa maggiormente negli anni Sessanta, quando il ginecologo statunitense Robert Wilson pubblicò “Forever Feminine” (Per sempre donne), un libro in cui promuoveva la terapia ormonale come garanzia di sessualità attiva ed arma contro l’invecchiamento. Negli anni in cui le giovani donne conquistavano la pillola, le cinquantenni trovavano un modo per contrastare l’avanzamento dell’età.
Oggi la TOS, proprio per la sua capacità di alleviare i sintomi principali delle donne in menopausa, è usata per intervenire sui casi di carenze ormonali, ma deve essere scelta in maniera personalizzata ed iniziata al momento giusto, cioè quando la donna è da poco entrata in menopausa. Laddove c’è un calo di estrogeni ovarici e di progesterone, si interviene con un cocktail di ormoni “mancanti”, capace di sopperire allo squilibrio ed alleviare i sintomi. È usata anche per la prevenzione delle patologie che tipicamente peggiorano nella donna in post-menopausa, come l’osteoporosi.
Esistono due tipi di TOS:
- Convenzionale, basata sul solo estrogeno (generalmente nelle donne senza utero) o sul binomio estrogeno e progestinico;
- Selettiva, che sfrutta le proprietà di una molecola che regola l’azione degli ormoni localmente a carico dei differenti organi.
La TOS attualmente è somministrabile per via orale, transdermica (mediante cerotti o creme-gel) e vaginale.
Una decina di anni fa lo studio WHI (Women’s Health Initiative) ha evidenziato un aumento di rischio del cancro e di disturbi cardiovascolari nelle donne che avevano assunto la TOS per lunghi periodi. Studi più moderni hanno messo in luce i limiti di questo studio che ha cambiato la percezione dei medici e delle donne sull’uso della TOS, perché i risultati erano frutto di dati raccolti su un campione non rappresentativo delle donne entrate in menopausa intorno ai 50 anni. Ha però aiutato a comprendere quali sono le donne che davvero possono beneficiare della terapia ormonale e che la dose, la durata di terapia e il tipo di ormone utilizzato, può fare una grande differenza nel determinare il rapporto rischio/beneficio per ogni donna.
La TOS non è indicata in caso di:
- Tumore alla mammella pregresso, sospetto o accertato;
- Altri tumori ormono-dipendenti (ad esempio dell’endometrio) sospetti o accertati;
- Sanguinamenti vaginali non diagnosticati;
- Malattie tromboemboliche o tromboflebiti in atto o recenti;
- Malattie epatiche gravi, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari.
Redazione VediamociChiara
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>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
– Menopausa – Prevenzione in ogni fase della vita – Ministero della Salute
– Benessere in menopausa – Il Vademecum dell’associazione ONDA – Osservatorio Nazionale per la Salute della Donna e di Genere
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Oggi la TOS per la sua capacità di alleviare i sintomi principali delle donne in menopausa, è usata per intervenire sui casi di carenze ormonali, ma deve essere scelta in maniera personalizzata e con l’aiuto del medico, ed iniziata al momento giusto, cioè quando la donna è da poco entrata in menopausa. Non è indicata nel caso di tumori e altre gravi malattie.
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