Le pietre della mia libertà – Menopausa e Ricordi
Mi sento avvampare, così, all’improvviso. La menopausa, disgraziata. Pensare alla vecchiaia mi fa male, ma gli anni sono passati così in fretta e, alle volte, sembra così incredibile.
È come se fosse stato ieri, la luce che entrava dai finestroni dell’università, il rumore della porta, era lui sempre in ritardo. Io gli tenevo il posto e lo guardavo farsi spazio per raggiungermi.
Poi gli dissi addio. Sono stata categorica. Anche se mi piaceva. L’ho fatto altre volte, con altri. Ci trovavo gusto. Che stupida. Nemmeno io sapevo cosa stessi cercando.
Da vecchia sono diventata più rammollita. Forse è la colpa. Di errori se ne fanno tanti, sembra che non gli diamo peso, affrontiamo altre sfide per dimenticarci di quelle che abbiamo perso, ma poi ci trasciniamo questo sacco pieno di pietre e non sappiamo dove scaricarlo. Ho pietre nascoste dappertutto, le più grandi ce l’ho nelle tasche.
E ogni volta che avvampo, e mi sembra di morire, spero di tornare indietro. E poi sono intrattabile, è la menopausa, certo, ma in fondo è perché mi rendo conto che si può andare solo in avanti.
Mi piaceva starmene al sole, sdraiata, per ore. Un modo come un altro per non avere scocciatori tra i piedi. Erano anni felici, nonostante le preoccupazioni. Concetto difficile da capire oggi, che suona banale.
Ero così, la felicità la trovavo lontano dall’amore. Camminavo per chilometri, stendevo l’asciugamano su un pezzo di spiaggia isolata e seccavo i miei pensieri al sole.
Non faccio fatica a capirla. Non la biasimo per avermi odiata per questo. Eppure non sono stata una cattiva mamma. Sono stata una madre atipica. Alla fine ha smesso di chiedermi chi sia suo padre. Se n’è andata a vivere la sua vita e ci sentiamo di rado.
Io gli tenevo il posto. Adoravo che fosse sempre in ritardo. Era uno scansafatiche, e lo sapevo che aveva storie con altre. Comunque gli tenevo il posto. Il sole entrava sempre dai finestroni dell’aula, e quando lo vedevo a me veniva sempre da ridere.
Amavo i libri, questo sì. Nei libri ho sempre trovato me stessa. Non ho scelto l’uomo migliore per avere un figlio, ho scelto il periodo migliore. Il sole che entrava dai finestroni, il rumore della porta, i libri, la mia completa libertà.
Non sono stata una madre amorosa, ma sono stata una madre coraggiosa. Almeno per questo non ho conservato pietre nelle mie tasche.
Se avessi creduto un po’ di più nell’amore chissà se queste vampate mi avrebbero fatto sorridere invece di farmi salire un nodo in gola.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata