Non sono poche le tecnologie anche in ambito medico, nate nell’ambito militare che sono utilizzate nel mondo civile (e viceversa).
Tecnologie dual use:con Cinzia D’Agostino abbiamo cercato di saperne di più
Le chiamano tecnologie dual use, ovvero strumenti concepiti per scopi militari diventati poi comuni per scopi civili. E che riguardano in pratica tutti i settori, salute, ambiente, economia.
Ora queste tecnologie sono sviluppate assieme all’intelligenza artificiale, quella IA che ad esempio si usa per analizzare in modo super veloce una gran quantità di dati per trovare soluzioni, dalla logistica alla sanità all’assistenza.
Per i più distratti, un piccolo “riassunto” di come le tecnologie militari siano ormai determinanti per la vita quotidiana. Internet, ad esempio, grazie al quale state leggendo queste righe, messo a punto dalla difesa americana durante la guerra fredda per resistere a eventuali attacchi sovietici.
Poi ci sono il GPS dei nostri smartphone che ci porta ovunque, i droni, che sorvegliano e monitorano l’ambiente. O, ancora, la robotica avanzata, sempre più utile nell’aiuto sanitario e/o di soccorso, nonché nell’industria.
Tecnologie dual use: le tecnologie biomediche, l’innovazione avanza
Quando si parla di dual use, le tecnologie biomediche sono in prima linea.
Molte di quelle progettate per uso militare, sono state adattate ai settori civili, hanno migliorato, e lo faranno ancora, la salute delle persone.
Tra i settori più rilevanti, le Interfacce Neurali. Si tratta di un’innovazione sviluppata dalla DARPA, cioè Defense Advanced Research Projects Agency, l’agenzia del Dipartimento della difesa degli Stati Uniti d’America incaricata dello sviluppo di nuove tecnologie per uso militare.
Sono impianti mirati al miglioramento delle comunicazioni tra il cervello umano e i dispositivi elettronici.
Sono chiamate Brain-Computer Interfaces (BCI). Le Interfacce decodificano i segnali elettrofisiologici del cervello e tramite algoritmi riescono a controllare dispositivi esterni, come gli esoscheletri, utilizzati in caso di disabilità.
La persona coinvolta immagina di muovere una mano che non può fare normalmente per via della sua disabilità. La tecnologia dell’interfaccia la traduce e la veicola alla macchina, cioè all’esoscheletro. Questo, struttura robotica indossabile, supporta il corpo della persona con disabilità motoria. E non solo, ne può facilitare il movimento autonomo proprio attraverso il controllo neurale.
Tecnologie a doppio uso: tecnologie ed intuizioni, militari e civili
Anche gli esoscheletri fanno parte delle intuizioni della ricerca militare: concepiti per aumentare le prestazioni dei soldati, trasportare carichi pesanti, la fatica. Ma pure aiutare i veterani disabili.
Da quelle idee, dunque, si arriva oggi a progettare esoscheletri sempre più sofisticati, per tutti. Non più corazze come i primi esemplari, ma dispositivi quasi morbidi, in grado di adattarsi al corpo.
È il caso ad esempio dell’esoscheletro Twin, il cui obiettivo è permettere a persone con lesione midollare completa di ricominciare a camminare.
L’evoluzione delle tecnologie lo ha reso ancora più versatile, utile persino a persone con capacità motoria residua e/o con diversi tipi di disabilità.
La sua caratteristica è proprio quella di adattarsi alle esigenze del singolo utente.
Twin è stato progettato e realizzato all’interno del laboratorio Rehab Technologies IIT, in sinergia tra Istituto Italiano di Tecnologia e Centro Protesi Inail di Budrio. Un vero gioiello italiano.
Obiettivo del futuro è lavorare su tecnologie attraverso cui la macchina, l’esoscheletro, venga percepita dal cervello come una estensione del corpo. Intanto, migliorare la qualità della vita di chi è colpito da gravi disabilità, è già una conquista.
Tecnologie dual use: tecnologie e cure
La telemedicina militare, “inventata” per intervenire su campi di battaglia lontani, è stata catturata da quella civile, con indubbi vantaggi pensiamo ai mille strumenti che oggi abbiamo a disposizione come le app di monitoraggio.
Il curare a distanza, permettendo soluzioni mediche a tutti, anche in aree difficili da raggiungere.
- Monitorare i pazienti sempre, da remoto, soprattutto quelli con difficoltà di movimento.
- Ottimizzare le risorse sanitarie, riducendo i costi.
- Accedere alle informazioni con una migliore gestione dei dati.
Non è certo poco.
Tecnologie dual use: le tecnologie biomediche: cerotti & bracciali
In origine nati per monitorare la salute dei soldati, i cerotti smart sono attualmente impiegati in medicina preventiva.
Dotati di sensori biometrici, una volta a contatto con la pelle, rilevano i parametri vitali monitorabili da remoto. E possono anche rilasciare farmaci adeguati alle eventuali patologie presenti attraverso le nanoparticelle.
Le ultime tecnologie ci aggiornano su cerotti che sarebbero in grado, al contatto con la cute, di inviare informazioni a uno smartphone sulla presenza e le dimensioni di alcuni tumori sotto la pelle. In plastica morbida ed elastica aderisce alla pelle e si conforma alla forma del tumore sottostante, seguendone le evoluzioni e le modifiche.
Il dispositivo, sviluppato da un team di ricercatori della National Tsing Hua University di Taiwan, è stato descritto sulla rivista ACS Nano.
I bracciali per l’attività fisica con il monitoraggio delle relative prestazioni sono altresì progetto militare ormai ampiamente legato al settore civile-sanitario-sportivo-fitness. Di nuovo sensori biometrici che però per dare informazioni non hanno bisogno del contatto con la pelle.
Tecnologie a doppio uso: tecnologie biomediche, genetica e vaccini
Ulteriori tecnologie in campo biologico derivano dalla ricerca militare.
Come la tecnologia CRISPR-Cas9, relativa all’ingegneria genetica.
Una sorta di meccanismo “taglia e cuci” che consente di apportare modifiche al DNA delle cellule, trattando diverse malattie e correggendo difetti genetici.
Nei vaccini c’è uno scambio militare-civile per opporsi alle malattie infettive sia a protezione delle forze armate sia per la salute globale.
Tecnologie dual use: storia e perplessità
Le tecnologie, biomediche e non, sono in una continua e crescente integrazione tra ricerca civile e militare. Questo è un fatto.
C’è però una certa perplessità, dovuta soprattutto ad un possibile uso improprio, perché c’è sempre il rischio che prodotti originati da tecnologie civili possano subire “una deviazione d’uso” e essere impiegati in ambito criminale o terroristico.
Così l’Unione Europea ha emanato norme precise in termini di esportazione di tali beni dual use ad alto contenuto tecnologico. È il Regolamento delegato (UE) 2023/66 della Commissione Europea, in vigore dal 12 gennaio 2023.
In Italia, per quanto riguarda i prodotti dual use non considerati nel regolamento della UE, è stato istituito un Elenco Nazionale di Controllo per i beni a duplice uso non listati, a cura del Ministero degli Affari Esteri.