La coppia in un abbraccio

La coppia in un abbraccio - Milena Martin - VediamociChiaraL’abbraccio è il simbolo della coppia, tra due amanti, tra un genitore e suo figlio, tra amiche, tra due sconosciuti.

L’abbraccio unisce e tiene stretti, aiuta ad infondere l’energia del corpo, l’uno nell’altro. Forte, rapido, prolungato, appassionato, in un abbraccio entra tutta l’immagine di una coppia, che sia per un solo momento o per sempre.

L’abbraccio è potente, può scatenare forti emozioni, comunicare l’inatteso.

Ma può essere anche fastidioso, indesiderato, evitato. Un abbraccio può essere viscido, scostante, falso, di convenienza. Un abbraccio può essere traditore.

Può essere il primo di tanti come potrebbe essere anche l’ultimo. Può diventare un’abitudine oppure essere talmente desiderato che si trasforma in un sospiro. Può essere teatrale, drammatico, così tragico da diventare straziante.

Un abbraccio può essere passionale, pornografico, scandaloso. Un abbraccio alle volte è provocante e provocatorio, spudorato, scatena le furie degli altri, è chiacchierato.

Spesso l’abbraccio è più bello quando si scioglie, perché c’è bisogno di trovare la voglia di riabbracciarsi nuovamente. In un abbraccio si possono raccogliere le lacrime, singhiozzare e farsi forza perché le gambe cedono. Si può lasciarsi abbracciare per tutto il tempo necessario, fino ad addormentarsi e ritrovare un po’ di serenità.

Un abbraccio può essere violento, terrorizzante. Si può trasformare in uno scossone, risvegliare la coscienza o discioglierla in quella dell’altro.

Oppure di un abbraccio non se ne può proprio fare a meno, ci manca, ci è indispensabile, per andare avanti, per ricordarci chi siamo e cosa desideriamo. Lo ricerchiamo in chiunque, disperatamente, nella speranza di trovare quello giusto, che ci infonda sicurezza.

Alle volte, purtroppo, un abbraccio non lo troveremo mai.

Spesso un abbraccio è solo un ricordo lontano, una sensazione, un profumo. Qualcosa che si è perso, un abbraccio che è volato via e non ritornerà mai più.

Può capitare addirittura che diventino inaccettabili, inutili, superflui. Sono abbracci che non hanno più senso, che sarebbe meglio perderli che trovarli. Sono abbracci che fanno rabbia, che fanno vomitare, che ci lasciano disgustati e con la voglia di scappare lontano.

Poi ci sono gli abbracci inattesi, quelli che stavi pensando a tutt’altro e improvvisamente la tua vita cambia. Ci sono gli abbracci che sono un colpo di fulmine, dai quali non vorresti più staccarti.

Certi abbracci fermano il tempo, ti fanno pensare che ci siete solo voi due. Ti fanno sentire invincibile, basta restare stretti che niente di male può mai succedere.

Alle volte in un abbraccio c’è tanto di quel trasporto che si finisce a danzare sulle note di una musica che si espande nell’aria e che sembra muovere il mondo intero.

Ci sono gli abbracci timidi, silenziosi, fugaci. Gli abbracci nascosti, galeotti, fedifraghi. E quelli teneri, innocenti, saporiti, che a guardarli ti fanno aprire il sorriso.

Alla mattina gli abbracci sono assonnati, hanno l’alito pesante, le caccole agli occhi e si svegliano solo dopo una tazza di caffellatte.

Gli abbracci che preferisco sono quelli con le risate dei bambini, gli abbracci irrequieti, che non stanno fermi un attimo, gli abbracci protettivi, gli abbracci di mamma mia quanto pesi.

Ultimamente gli abbracci si sprecano, si mandano sui gruppi di whatsapp, si trasformano in abbraccioni, abbracci forti, oppure uno di quegli abbracci grandi che deve bastare per tutti, perché arriva da lontano e si fa quel che si può.

E poi ci sono i più belli, gli abbracci d’amore, quelli sinceri, che arrivano all’improvviso, oppure che iniziano dall’altra parte della stanza allargando le braccia. Sono gli abbracci ricambiati, che hanno dentro un misto di affetto e gratitudine, che ti fanno sentire importante, necessaria, indispensabile, che spiegano tutto senza proferir parola.

Milena Martin per Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata

Foto da Pixabay

Ultimo aggiornamento: 15 settembre 2024

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