Servono davvero i test prima dei vaccini? Ecco perché l’Organizzazione Mondiale della Sanità li ritiene inutili.
Negli ultimi 15 anni, la scomparsa delle malattie infettive ha indebolito la percezione dell’importanza di vaccinarsi. Si sono diffuse notizie prive di ogni fondamento scientifico, come ad esempio l’associazione tra vaccini ed autismo. Tutto ciò ha causato in Italia un forte calo delle vaccinazioni e, di conseguenza, del tasso di copertura delle principali malattie infettive.
Alla disinformazione, si affianca l’atteggiamento di chi, a fronte di un rischio altamente improbabile di una reazione avversa da vaccino, trascura il vantaggio certo derivante dall’immunizzazione alla malattia, lasciandosi guidare da diffidenze e sospetti.
Reazioni avverse ed eventi pericolosi collegate ai vaccini.
I vaccini possono provocare reazioni avverse, come: febbre; dolore nella sede di inoculazione; pianto inconsolabile. In rarissimi casi, invece, possono verificarsi eventi pericolosi, quali: shock anafilattico; convulsioni; porpora trombocitopenica idiopatica.
Attualmente si stanno diffondendo dei test capaci, secondo chi li propone, di stabilire se a seguito della somministrazione di un vaccino si avrà un effetto indesiderato. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre istituzioni di rilievo scientifico non raccomandano l’esecuzione di questi test, ritenuti inutili. Vediamo perché.
I test prima dei vaccini: Genetici
Individuano la predisposizione verso le malattie autoimmuni. I vaccini, tuttavia, non sono associati a questo tipo di malattie e non esistono prove scientifiche che stabilisca una correlazione tra loro. Pertanto non c’è ragione di eseguire questi test.
I test primi dei vaccini: Allergologici
Tranne in rari casi di allergia ai vaccini, non c’è motivo di eseguire questi test a scopo predittivo. Alcuni vaccini come morbillo, parotite, rosolia e quello anti-influenzale contengono in tracce proteine dell’uovo. Queste minime tracce non sono in grado di scatenare una reazione allergica. Per questo motivo a bambini allergici all’uovo, possono essere somministrati i suddetti vaccini senza pericolo.
Test per le immunodeficienze.
Anche per questo tipo di test mancano evidenze scientifiche. Sicuramente in caso di immunodeficienza grave, i vaccini attenuati vivi come morbillo, parotite, rosolia, varicella e contro i rotavirus sono controindicati. Tuttavia l’immunodeficienza grave ha manifestazioni talmente evidenti che i test sono inutili.
Test per verificare una già esistente immunità alla malattia prevenuta dal vaccino.
Con l’entrata in vigore della legge 119/2017, se un individuo a causa di una malattia naturale possiede un tipo di anticorpi, prima di eseguire una vaccinazione, viene esonerato da quella vaccinazione purché sia un medico a certificarlo. Ecco dunque moltiplicarsi l’offerta di test per verificare l’esistenza di questi anticorpi. In questa maniera è possibile evitare vaccini multipli e farsi iniettare vaccini singoli. Tuttavia, da un punto di vista scientifico, vaccinarsi verso una malattia prevenibile di cui si possiedono già gli anticorpi, non presenta rischi apprezzabili.
Fonti:
Redazione VediamociChiara
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