I diritti del Malato di MICI (Malattie infiammatorie croniche intestinali)

I diritti del malato di MICI_vediamocichiara

Quali sono i diritti del malato di MICI?

È importante che chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali conosca gli strumenti legislativi che lo tutelano, permettendogli di bilanciare tempo dedicato alle cure e lavoro. 

Mal di pancia, urgenza di andare in bagno (anche 10 volte al giorno), debolezza, febbre: sono i sintomi più comuni delle MICI – Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali che comprendono rettocolite ulcerosa e la malattia di Crohn. Si tratta di sintomi che compromettono seriamente la qualità della vita di chi ne soffre e che spesso rendono impossibile svolgere le attività quotidiane, compreso il lavoro. Per fortuna, negli anni, sono cresciuti gli strumenti legislativi che tutelano i pazienti affetti da MICI, anche se molto ancora si potrebbe fare.

I diritti del malato di MICI – Invalidità civile

Per le MICI è previsto il riconoscimento dell’invalidità civile e, in casi particolari, anche l’assegno o la pensione di invalidità. La richiesta va indirizzata all’Asl che, dopo aver esaminato la documentazione, esprime una valutazione, riconoscendo un grado di invalidità in base ad una tabella.

Accade ancora oggi, purtroppo, che la gravità della patologia sia sottostimata e sia riconosciuto un’invalidità inferiore al 46%, il minimo richiesto per essere inseriti nelle liste speciali di collocamento. Talvolta l’invalidità è del tutto rifiutata.

I diritti del malato di MICI – Esenzioni

Le MICI rientrano nelle patologie per cui è prevista l’esenzione dal pagamento del ticket, sia per gli esami clinici sia per le terapie.

I diritti del malato di MICI in ambito lavorativo

Il riferimento in questo ambito è la Legge n.68 del 1999 “Norme per il diritto al lavoro dei disabili”.

Al malato con invalidità civile superiore al 45% è assicurata l’iscrizione in appositi elenchi, ordinati secondo una graduatoria stilata sulla base di alcuni criteri definiti.

Il datore di lavoro (pubblico e privato) ha l’obbligo di riservare ai lavoratori appartenenti alle categorie protette una certa quota delle assunzioni.

Dal 1° gennaio del 2017, inoltre, i datori di lavoro privati che occupano da 15 a 35 dipendenti sono obbligati ad avere alle loro dipendenze un lavoratore disabile contestualmente al raggiungimento dei 15 dipendenti, calcolati a prescindere dalle nuove assunzioni. In precedenza, l’obbligo di assunzione del disabile insorgeva solo in caso di una nuova assunzione.

I diritti del malato di MICI – Conservazione del posto di lavoro

La persona disabile, più esposta ai pericoli di esclusione dal lavoro, ha diritto alla conservazione del posto. La conservazione del posto spetta anche ai soggetti che, non essendo disabili all’atto dell’assunzione, abbiano acquisito una disabilità nel corso del rapporto di lavoro.

I diritti del malato di MICI – Mansioni lavorative

Il DPR 10/10/2000 n.333, prevede che, qualora non sia possibile l’assegnazione a mansioni equivalenti o inferiori, i lavoratori divenuti inabili siano avviati presso altro datore di lavoro e assegnati a mansioni compatibili con le residue capacità lavorative.

Tempo parziale

Ad oggi il diritto di trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a parziale è riservato solo al paziente oncologico che, terminata la terapia, può ritornare al tempo pieno (D. Lgs 61/2000). L’art. 6 del decreto, in attesa di parere, prevede che il diritto sia esteso al malato affetto da patologie croniche-degenerative ingravescenti, come le MICI.

>>> Per saperne di più si consiglia di consultare il sito della Onlus, AMICI Onlus, Associazione nazionale per le Malattie Infiammatorie Croniche dell’Intestino

Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata

Take Home Message
È importante che chi soffre di malattie infiammatorie croniche intestinali conosca gli strumenti legislativi che lo tutelano, permettendogli di bilanciare tempo dedicato alle cure e lavoro. Tra i diritti del malato di MICI, vi è la richiesta del riconoscimento dell’invalidità civile, che va indirizzata all’ASL. In ambito lavorativo, i malati di MICI dichiarati invalidi sono iscritti agli elenchi delle categorie protette e hanno diritto alla conservazione del posto e agli altri diritti previsti dalla Legge n.68 del 1999.

Tempo di lettura: 3 minuti

Ultimo aggiornamento: 19 settembre 2024

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