È inglese e ha 44 anni il primo uomo ad aver sconfitto il virus che causa l’Hiv
Il risultato definitivo, in realtà, non si avrà prima di 5 anni, ma si accende la speranza per tanti malati di AIDS di sopravvivere e guarire dalla malattia
Guarire dall’HIV
Il paziente si è sottoposto ad una cura sperimentale, che combina l’uso di farmaci antiretrovirali, un farmaco che riattiva il virus HIV ‘dormiente’ nel sangue e un vaccino che induce il sistema immunitario a distruggere le cellule infette. Al termine della terapia il virus è sparito dal sangue.
Il protocollo è stato messo a punto dalle università di Oxford, Cambridge, Imperial College, University College London e King’s College, ma su questi primi – e rassicuranti – risultati c’è chi mette in guardia.
“Le terapie antiretrovirali riescono già a eliminare il virus dal sangue, ma rimane quello il cui DNA è integrato con quello delle cellule”, dichiara il dott. Stefano Vella dell’ISS, scienziato esperto sul tema. Il cuore del problema sta nel fatto che il virus si ‘risveglia’ quando si interrompe la terapia.
È questo il motivo per cui gli esperti invitano ad una certa prudenza; deve passare molto tempo – circa 5 anni – prima di poter dire che una persona è guarita, come già accaduto in passato con altre terapie sperimentali.
Guarire dall’HIV: un virus e molte strategie
Sin dagli anni ‘80 le forze messe in campo per combattere ed arginare l’epidemia dell’HIV sono state molteplici. Il vaccino combinato alla terapia antiretrovirale è una soluzione di ultima istanza, che si affianca ad altre strategie che, negli anni, sono state dispiegate per contrastare l’espandersi della malattia.
Infatti, l’arma che sin ora è risultata più efficace contro il virus sembra essere stata proprio la prevenzione, anche farmacologica.
Non molto nota in Europa, ma molto conosciuta negli Stati Uniti, ad esempio è la storia del Truvada, un farmaco antiretrovirale che, se assunto nella formula di profilassi, rende immuni al virus dell’HIV.
Sul Truvada si sono scatenate – a ragione – diverse polemiche, in quanto l’assunzione di questo farmaco, in qualche modo incentiverebbe i comportamenti a rischio (oltre al fatto che si tratta di un farmaco molto costoso).
La prevenzione al momento è l’arma migliore
La vera prevenzione, a detta dei maggiori esperti in campo epidemiologico, non può essere ridotta ad una terapia farmacologica: la prevenzione è anzitutto una questione di informazione, comunicazione e consapevolezza.
Ad oggi, i migliori risultati ottenuti nel campo della lotta contro l’HIV si sono ottenuti attraverso queste armi.
Dunque, l’ottimismo per la notizia di questa entusiasmante guarigione è lecita, ma non deve essere un motivo per abbassare la guardia nei confronti di questo terribile nemico.
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Dott.ssa Luana Longo farmacista per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata
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