È una patologia spesso sottovalutata e difficile da diagnosticare. Cos’è l’endometriosi, quali sono i sintomi, le fasi e le terapie disponibili
L’endometriosi è una patologia che vede l’impianto di cellule dell’endometrio (il tessuto che riveste le pareti interne dell’utero) al di fuori di questo. In Italia ne soffrono circa tre milioni di donne, che 30-40% scoprono di averla durante un controllo per altri disturbi. È importante sapere che, se non diagnosticata e curata in tempo, questa patologia può portare all’infertilità.
Quali sono i sintomi?
Il primo sintomo a cui prestare attenzione è il dolore pelvico acuto durante il periodo premestruale, mestruale e nel periodo dell’ovulazione. È un dolore che rende invalidante la vita quotidiana nei giorni del ciclo. Altri sintomi frequenti sono il dolore pelvico durante i rapporti sessuali e la stanchezza cronica. In una bassa percentuale dei casi l’endometriosi può essere asintomatica.
L’endometriosi ha delle fasi
L’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) propone una suddivisione della malattia in quattro fasi distinte:
- fase 1: l’estensione del danno è minimo, si segnala la presenza di alcune macchie di tessuto endometriale a livello superficiale, al di fuori dall’utero;
- fase 2: le lesioni sono leggermente più profonde e numerose;
- fase 3: alle lesioni si aggiungono piccoli endometriomi (cisti ovariche causate dall’endometriosi) e tessuto cicatriziale;
- fase 4: le lesioni sono molto profonde, presentano cicatrici significative e cisti su una o entrambe le ovaie.
Quali sono le terapie per l’endometriosi?
La terapia dell’endometriosi si avvale di varie strategie che vanno dalla semplice osservazione in caso di pazienti asintomatiche, alle terapie mediche e alle terapie chirurgiche. Nel caso di impianti endometriosici ancora di piccole dimensioni, e assenza di dolore, potrebbero essere sufficienti dei controlli periodici, senza cure, monitorando la situazione nel tempo.
In presenza di sintomatologia dolorosa si possono utilizzare:
- farmaci a base di progesterone o, in alternativa, un’associazione di estro-progestinici (pillola anticoncezionale) che riducono il dolore e la crescita degli impianti,
- terapia ormonale a base di antagonisti del Gnrh (Gonadotropin Releasing Hormone) che ha lo scopo di indurre una simil-menopausa.
In presenza di cisti e aderenze di tessuto occorre però intervenire chirurgicamente, con una laparoscopia.
L’endometriosi si combatte anche attraverso l’alimentazione
La Fondazione Italiana Endometriosi ha proposto un regime alimentare che potrebbe avere un ruolo significativo nella riduzione del dolore e dell’infiammazione provocati dalla malattia.
È importare aumentare il consumo di fibre, contenute in verdure, cereali integrali, legumi e frutta fresca. Le fibre, infatti, determinano un abbassamento degli estrogeni nel sangue, con la conseguente riduzione del loro impatto sui tessuti estrogeno-dipendenti, come l’endometrio.
Anche un aumento di acidi grassi Omega 3 è da favorire: aumentano la produzione di prostaglandina PGE1, che riduce l’infiammazione causata dall’endometriosi. Gli omega 3 sono presenti in grandi quantità in: pesce azzurro, salmone e tonno, olio d’oliva, frutta secca e semi.
E’ bene sapere
L’endometriosi è stata inserita tra le patologie croniche ed invalidanti, negli stadi clinici più avanzati (“moderato o III grado” e “grave o IV grado”). Quindi chi ne soffre ha il diritto all’esenzione per usufruire di alcune cure mediche.
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L’endometriosi è una patologia spesso sottovalutata e difficile da diagnosticare, che può portare all’infertilità. I sintomi più frequenti sono dolore pelvico acuto nella fase pre-mestruale, mestruale e ovulatoria, dolori durante i rapporti sessuali, stanchezza cronica. Gli esperti hanno individuato 4 fasi di questa patologia. Le terapie possono essere mediche e chirurgiche. Un ruolo importante può avere l’alimentazione.
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