Dolore pelvico cronico. Ne abbiamo parlato con gli esperti
Il dolore pelvico cornico è un dolore inascoltato, che colpisce 1 donna su 3, il problema è che soltanto una su dieci riesce ad avere una diagnosi corretta: è ancora considerato “fisiologico” che una donna provi dolore a causa di un problema ginecologico
Dolore pelvico: domande e risposte – Qui di seguito le loro risposte legate alla terapia e al monitoraggio di questa malattia
Una malattia sottovalutata e ancora troppo poco conosciuta, a tal punto che le donne che ne soffrono, 1 su 3, dopo aver consultato un medico, riferiscono di non essere credute dal ginecologo in merito proprio alla veridicità e all’intensità del dolore, eppure si tratta di una malattia che ha un considerevole impatto sulla qualità della vita.
Per questo è necessaria una campagna di sensibilizzazione, in modo tale che si inizi a fare informazione circa un argomento ancora troppo poco conosciuto, soprattutto dalle donne, le dirette interessate.
Con l’aiuto di ONDA, Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere, inauguriamo una sezione del sito interamente dedicata al dolore pelvico cronico, patologia per la quale solo 1 donna su 10 ha ricevuto una diagnosi.
Dolore pelvico: domande e risposte – Prof.ssa Graziottin quali sono i tipi di dolore vulvare e cosa possiamo fare per contrastarli?
Innanzitutto definiamo come dolore vulvare durante i rapporti quello che la donna prova all’inizio della penetrazione, alla penetrazione profonda o entrambe. La causa principale di dolore all’inizio della penetrazione, in particolare nella donna giovane, è la cosiddetta vestibolite vulvare, un’infiammazione che interessa proprio l’entrata della vagina e che riconosce dei fattori predisponenti molto importanti.
Il primo è correlato alla pubertà, periodo in cui gli estrogeni stimolano l’aggressività di un germe che vive in tutti noi fin dalla nascita, normalmente in forma dormiente e che è la causa di microabrasioni all’entrata vaginale. Questo germe è la Candida.
Le vaginiti da Candida sono presenti nel 28% delle adolescenti italiane che si rivolgono ad un ambulatorio pubblico ospedaliero per una visita ginecologica. Lo sviluppo della vaginite da Candida è molto influenzato dai cicli ormonali, soprattutto dagli estrogeni; è importante prestare particolare attenzione all’infezione recidivante da Candida, perché può essere la causa di un ipertono dei muscoli che circondano la vagina.
Dolore pelvico: domande e risposte – Ha dei suggerimenti pratici per le nostre gentili internaute?
Il primo consiglio è rivolgersi ad un ginecologo o ginecologa con esperienza nelle patologie vulvari, che sappia riconoscere l’ipertono dei muscoli che circondano la vagina. Nella formazione abituale del ginecologo questa attenzione è poco rappresentata. Stabilita la presenza dell’ipertono, saranno preziose le indicazioni e l’aiuto terapeutico di un ginecologo o in alternativa di una fisioterapista o un’ostetrica opportunamente preparata, che grazie a tecniche riabilitative sappia guidarci al rilassamento del muscolo, eliminando quindi un fattore predisponente a quelle microabrasioni causate da poca o nessuna lubrificazione. Queste microlesioni mettono in contatto la flora batterica e micotica della vagina, in particolare la Candida, con i mastociti, generando risposte immuno-allergiche eccessive, che in soggetti predisposti causano la vestibolite vulvare.
Quindi l’elemento principe importante è innanzitutto fare attenzione alla fase post-puberale, fare attenzione all’ipertono muscolare.
Il secondo importante fattore predisponente è l’uso di antibiotici, che vanno usati con estrema parsimonia e solo quando c’è veramente un’indicazione molto forte, ad esempio nel caso di un’infezione batterica seria, perché altrimenti l’antibiotico potrebbe favorire una Candida molto aggressiva a livello non solo vaginale, ma anche intestinale, altro fattore particolarmente predisponente.
Dolore pelvico: domande e risposte – Dott.ssa Bortolami che tipo di fisioterapia può essere fatta da chi soffre di dolore vulvare?
La fisioterapia da attuare è la riabilitazione del pavimento pelvico. È specifica per questa zona e consiste nell’utilizzo di una serie di tecniche e strumenti che hanno proprio l’obiettivo di restituire un’adeguata condizione a questo muscolo, ma anche adeguate funzioni.
Le tecniche e gli strumenti che utilizziamo sono, ad esempio, l’esercizio terapeutico, che vuol dire muovere una parte del corpo a scopo terapeutico: come lo facciamo per un piede, un braccio o una mano, così possiamo farlo anche per i muscoli della zona genitale.
Ci sono poi tecniche di tipo manuale che hanno l’obiettivo di restituire un adeguato tono, trofismo, a questo muscolo.
Ci sono anche delle tecniche di tipo comportamentale: alla donna vengono richiesti dei piccoli cambiamenti nelle sue abitudini proprio per ripristinare correttamente le funzioni che sono alterate, come ad esempio la funzione, appunto, ano-rettale e urinaria. Esistono infine tecniche di tipo strumentale come il biofeedback che permette di comprendere, sia all’operatore sia alla donna, che cosa sta facendo la donna con i muscoli del pavimento pelvico.
Altre tecniche strumentali come la stimolazione elettrica antalgica che consiste nell’inibire il dolore. Oppure l’utilizzo dei dilatatori vaginali che ci servono per stirare meccanicamente l’introito vaginale ma anche per restituire alla donna la possibilità di vivere la penetrazione vaginale, che è solitamente molto dolorosa in questi casi.
Dolore pelvico: domande e risposte – Prof. Murina, quali terapie abbiamo a disposizione quando ci troviamo di fronte a una diagnosi di dolore pelvico?
La terapia di questa affezione deve essere una terapia multimodale che abbia degli obiettivi ben precisi di tipo terapeutico che consentano di profilare per ogni singola donna quello che è l’approccio migliore.
Dobbiamo lavorare, ad esempio, sulla sensibilizzazione delle terminazioni nervose. Cosa vuole dire? Su quella sintomatologia dolorosa che interessa i nervi che è alla base del bruciore, del dolore, della difficoltà allo svuotamento della vescica, ma anche del dolore ai rapporti sessuali. Utilizzando dei farmaci, ad esempio, che agiscono sulle vie del dolore stesso, come l’amitriptilina, la gabapentina.
Dobbiamo lavorare in maniera energica sull’infiammazione delle terminazioni nervose attraverso prodotti quali l’acido alfa-lipoico e gli Omega 3, che in maniera sinergica lavorano sulla terminazione nervosa, consentendo di ottenere un’efficacia maggiormente evidente.
Non da ultimo, dobbiamo intervenire sui fattori scatenanti: le infezioni vaginali, le infezioni vescicali, l’alimentazione, ad esempio individuando intolleranze (lattosio, glutine, ecc…).
Non da ultimo dobbiamo dare un supporto psico-sessuologico a queste donne, dobbiamo ricostruire spesso la sessualità che è stata distrutta da anni di impossibilità ad avere rapporti sessuali.
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Ti sarà di aiuto per monitorare il dolore, primo passo per poter dialogare appropriatamente con il tuo ginecologo. Immaginala come una sorta di cartella clinica personale, che al termine del monitoraggio porterai al tuo ginecologo.
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(a cura di Alfasigma – Categorie: Salute e benessere)
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Il dolore pelvico cronico – Come interrompere un destino di dolore – Parliamo di un dolore inascoltato, che colpisce 1 donna su 3, il problema è che soltanto una su dieci riesce ad avere una diagnosi corretta. Questo quanto emerge da un’indagine condotta da Elma Research per ONDA, l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna e di genere. Abbiamo rivolto le domande agli esperti. Qui di seguito le loro risposte.
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