Affligge una donna su 3, con importanti conseguenze sulla qualità della vita.
Quali terapie?
Il dolore pelvico cronico è definito come un dolore ciclico o continuo, della durata di almeno 3-6 mesi, localizzato alla parte bassa dell’addome, definita pelvi, e di entità tale da limitare le attività quotidiane. Ne abbiamo parlato anche con due esperti d’eccezione la prof.ssa Alessandra Graziottin e il prof. Filippo Murina.
Ne soffre una donna su 3, ma soltanto una donna su 10 riesce ad avere una diagnosi corretta.
Ciò è dovuto al fatto che la sintomatologia è spesso sottovalutata dagli stessi medici che la riconducono a fattori “psicologici”. Il dolore, invece, ha una causa biologica e nasce da un’infiammazione persistente che interessa i diversi organi pelvici. Non curata, l’infiammazione si estende al cervello e causa un dolore patologico (“neuropatico”). Si tratta di una vera malattia del sistema del dolore.
Prima di scoprire quali sono le terapie per il dolore pelvico cronico, scopriamone le cause.
Il dolore pelvico cronico può dipendere da diverse patologie spesso coesistenti. Le più frequenti sono:
- endometriosi
- vulvodinia
- malattia infiammatoria pelvica
- colon irritabile (sindrome)
- sindrome della vescica dolorosa
- sindrome da dolore della muscolatura del pavimento pelvico
Si tratta di una malattia che ha un considerevole impatto sulla qualità della vita.
Alla sofferenza fisica prodotta dal dolore, si associa una sofferenza psicologica che influenza pesantemente la qualità della vita, con importanti limitazioni che investono la relazione con il partner, i rapporti familiari e sociali, il lavoro, il tempo libero.
Quali sono i tipi di dolore vulvare e cosa possiamo fare per contrastarli?
Ne abbiamo parlato con la prof.ssa Alessandra Graziottin
“Innanzitutto definiamo come dolore vulvare durante i rapporti quello che la donna prova all’inizio della penetrazione, alla penetrazione profonda o entrambe. La causa principale di dolore all’inizio della penetrazione, in particolare nella donna giovane, è la cosiddetta vestibolite vulvare, un’infiammazione che interessa proprio l’entrata della vagina e che riconosce dei fattori predisponenti molto importanti.
Il primo è correlato alla pubertà, periodo in cui gli estrogeni stimolano l’aggressività di un germe che vive in tutti noi fin dalla nascita, normalmente in forma dormiente e che è la causa di microabrasioni all’entrata vaginale. Questo germe è la Candida.
Le vaginiti da Candida sono presenti nel 28% delle adolescenti italiane che si rivolgono ad un ambulatorio pubblico ospedaliero per una visita ginecologica. Lo sviluppo della vaginite da Candida è molto influenzato dai cicli ormonali, soprattutto dagli estrogeni; è importante prestare particolare attenzione all’infezione recidivante da Candida, perché può essere la causa di un ipertono dei muscoli che circondano la vagina.”
Dolore pelvico cronico: Porf.ssa Graziottin quali suggerimenti pratici per le nostre internaute?
Il primo consiglio è rivolgersi ad un ginecologo o ginecologa con esperienza nelle patologie vulvari, che sappia riconoscere l’ipertono dei muscoli che circondano la vagina. Nella formazione abituale del ginecologo questa attenzione è poco rappresentata. Stabilita la presenza dell’ipertono, saranno preziose le indicazioni e l’aiuto terapeutico di un ginecologo o in alternativa di una fisioterapista o un’ostetrica opportunamente preparata, che grazie a tecniche riabilitative sappia guidarci al rilassamento del muscolo, eliminando quindi un fattore predisponente a quelle microabrasioni causate da poca o nessuna lubrificazione. Queste microlesioni mettono in contatto la flora batterica e micotica della vagina, in particolare la Candida, con i mastociti, generando risposte immuno-allergiche eccessive, che in soggetti predisposti causano la vestibolite vulvare.
Quindi l’elemento principe importante è innanzitutto fare attenzione alla fase post-puberale, fare attenzione all’ipertono muscolare.
Il secondo importante fattore predisponente è l’uso di antibiotici, che vanno usati con estrema parsimonia e solo quando c’è veramente un’indicazione molto forte, ad esempio nel caso di un’infezione batterica seria, perché altrimenti l’antibiotico potrebbe favorire una Candida molto aggressiva a livello non solo vaginale, ma anche intestinale, altro fattore particolarmente predisponente.
Dolore pelvico cronico: Quali terapie abbiamo a disposizione?
Lo abbiamo chiesto al prof. Filippo Murina ginecologo
La terapia di questa affezione deve essere una terapia multimodale che abbia degli obiettivi ben precisi di tipo terapeutico che consentano di profilare per ogni singola donna quello che è l’approccio migliore.
Dobbiamo lavorare, ad esempio, sulla sensibilizzazione delle terminazioni nervose. Cosa vuole dire? Su quella sintomatologia dolorosa che interessa i nervi che è alla base del bruciore, del dolore, della difficoltà allo svuotamento della vescica, ma anche del dolore ai rapporti sessuali. Utilizzando dei farmaci, ad esempio, che agiscono sulle vie del dolore stesso, come l’amitriptilina, la gabapentina.
Dobbiamo lavorare in maniera energica sull’infiammazione delle terminazioni nervose attraverso prodotti quali l’acido alfa-lipoico e gli Omega 3, che in maniera sinergica lavorano sulla terminazione nervosa, consentendo di ottenere un’efficacia maggiormente evidente.
Non da ultimo, dobbiamo intervenire sui fattori scatenanti: le infezioni vaginali, le infezioni vescicali, l’alimentazione, ad esempio individuando intolleranze (lattosio, glutine, ecc…).
Non da ultimo dobbiamo dare un supporto psico-sessuologico a queste donne, dobbiamo ricostruire spesso la sessualità che è stata distrutta da anni di impossibilità ad avere rapporti sessuali.
Le terapie per il dolore cronico devono, inoltre, intervenire sui fattori scatenanti, come infezioni vaginali e vescicali e alimentazione.
Indispensabile è anche una riabilitazione della muscolatura pelvica, attraverso specifici esercizi e tecniche.
Infine, essenziale è il supporto psico-sessuologico alle donne che soffrono di questo tipo di dolore, per ricostruire la sessualità distrutta da anni di impossibilità ad avere rapporti sessuali.
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
“Conoscere, comunicare, curare il dolore pelvico cronico” a cura di ONDA
Guarda anche i contributi della Prof.ssa Graziottin e del Prof. Murina
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message
Le terapie per il dolore pelvico cronico devono essere personalizzate e multidisciplinari. Ne abbiamo parlato con due esperti speciali il prof. Filippo Murina e la prof.ssa Alessandra Graziottin. Bisogna lavorare sulla sensibilizzazione delle terminazioni nervose, utilizzando specifici farmaci, come l’amitriptilina. Indispensabile è poi agire sull’infiammazione delle terminazioni nervose. Occorre, inoltre, intervenire sui fattori scatenanti, come infezioni e alimentazione. Indispensabili, infine, una riabilitazione della muscolatura pelvica e un supporto psico-sessuologico.Tempo di lettura: 4 minuti