Capita che gli odori non vengano percepiti in maniera corretta o che non vengano affatto avvertiti dal naso. Perché? Quali sono le cause? E le cure?
L’olfatto svolge molte funzioni nella nostra vita: influenza il nostro comportamento alimentare; aumenta la consapevolezza dei rischi ambientali; interviene nella comunicazione sociale, provocando attrazione o avversione verso gli altri e aiutandoci nella scelta del partner. Ognuno di noi sviluppa nel corso dell’esistenza i propri gusti olfattivi. In associazione a esperienze, sensazioni ed emozioni positive e negative, vissute durante le prime fasi dello sviluppo.
Il naso alle volte non funziona bene…
Capita purtroppo che gli odori non vengano percepiti in maniera corretta o che non vengano affatto avvertiti dal naso. Le cause possono essere svariate. Talvolta assolutamente non preoccupanti, altre volte più gravi, con necessità di approfondimento. Si stima che circa il 20% della popolazione soffra di disturbi che investono il senso dell’olfatto. Ma solo una piccola percentuale di queste persone va dal medico per questo problema. L’incapacità di percepire correttamente gli odori e può essere completa o parziale, può essere sintomo di svariate patologie, transitoria o permanente.
Le modificazioni della funzione olfattiva possono essere qualitative e quantitative.
I disturbi dell’ olfatto di origine qualitiva comprendono la parosmia, che consiste nella percezione di un odore che non esiste nell’ambiente oppure nella percezione erronea di un odore reale. È indicata anche come allucinazione olfattiva. Le alterazioni qualitative della percezione degli odori possono comparire a causa di affezioni del sistema nervoso centrale, nel diabete grave, in gravidanza, nelle sinusiti croniche, nelle tonsilliti caseose, nelle bronchiti, in alcune affezioni gastriche ed epatiche.
I disturbi dell’ olfatto di origine quantitativa comprendono l’iperosmia, l’iposmia e l’anosmia.
L’iperosmia è un’esagerata sensibilità dell’olfatto. Gli odori comunemente non avvertibili sono percepiti, e altri stimoli olfattivi, normalmente ben tollerati, risultano di molesta intensità. È detta anche iperestesia olfattiva. L’iperosmia può dipendere da patologie gravi del sistema nervoso centrale. Ma si può manifestare anche in gravidanza, in menopausa e nelle persone che soffrono di ipertiroidismo.
L’iposmia e l’anosmia consistono invece rispettivamente nella diminuzione o nell’assenza della percezione degli odori. Queste patologie interessano circa il 10-15% della popolazione sana, ovvero non colpita da disturbi correlati quali sinusite, poliposi, ecc.
Le cause che possono produrre questi disturbi sono molteplici, per semplicità possiamo ridurle a due gruppi:
- Cause ostruttive. Che impediscono agli odori di raggiungere l’area olfattiva situata nella parte superiore del naso (ad es. le poliposi);
- Cause neurosensoriali. In cui il disturbo nasce da un danno alle cellule olfattive o alle strutture nervose (nervo olfattivo o area cerebrale olfattiva).
Nel secondo caso i problemi si possono manifestare come conseguenza di danni all’Epitelio olfattivo. Causati da infezioni virali o batteriche, da riniti croniche oppure da traumi di vario genere, come ad esempio traumi cranici, che distruggono i filamenti del nervo olfattivo.
Anche le cause ambientali come inquinamento e polveri sottili rivestono un ruolo importante nell’insorgere di questi disturbi.
Una diminuzione della capacità di identificare gli odori potrebbe essere un primo segnale di decadimento cognitivo e dello sviluppo di patologie quali Parkinson e Alzheimer. Com’è noto queste malattie distruggono le cellule del cervello. Incluse quelle che sono importanti per il senso dell’olfatto. Un’alterazione olfattiva che si manifesta verso i 30-40 anni potrebbe significare un rischio più elevato di sviluppare in seguito una di queste malattie.
L’iposmia e l’anosmia creano notevoli nella vita quotidiana di chi ne è affetto
I ricercatori dell’Università di Dresda, a seguito di studio effettuato su numerosi pazienti affetti da anosmia, hanno rilevato che questi pazienti incorrono in un maggior numero di incidenti domestici e hanno una maggiore insicurezza sociale, soprattutto nei confronti delle persone non conosciute. I ricercatori hanno inoltre rilevato che fra i pazienti con anosmia si riscontra con una frequenza più elevata la presenza di manifestazioni depressive. Un fenomeno già osservato in quanti hanno perso il senso dell’olfatto in età adulta. Le persone che per cause diverse hanno perso l’odorato, e quindi anche il gusto, dipendente in larga parte da esso, lamentano la perdita del sapore della vita e dei piaceri che essa sa darci, dai piaceri estetici alla buona tavola, fino ai piaceri sessuali.
Come si rilevano i disturbi dell’ olfatto?
Per effettuare una corretta diagnosi dei problemi olfattivi o di quelli cerebrali che vi si possono nascondere, si ricorre a specifiche indagini diagnostiche che si articolano in fasi successive:
- Test olfattometrico per la valutazione della soglia di percezione del paziente;
- Analisi delle vie respiratorie superiori;
- Esami neurologici, in particolare dei nervi cranici, se il caso specifico lo richiede;
- Una TAC o una risonanza magnetica che rendono possibile individuare eventuali malformazioni anatomiche correggibili chirurgicamente.
Non esistono cure specifiche per questi disturbi dell’ olfatto. La rimozione chirurgica delle cause ostruttive porta spesso a un recupero della funzionalità, così come la risoluzione terapeutica di eventuali riniti e rinosinusiti. In caso di danni all’epitelio olfattivo e alle terminazioni nervose la situazione è invece più complessa e in teoria cronica. Ma non è infrequente che i pazienti possano andare incontro a un recupero spontaneo, dovuto alla capacità delle cellule nervose dell’olfatto di rigenerarsi.
Redazione VediamociChiara
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Quando il naso non “funziona” bene: i disturbi dell’ olfatto – Capita che gli odori non vengano percepiti in maniera corretta o che non vengano affatto avvertiti dal naso. Perché? Quali sono le cause? E le cure?
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