Depressione: come riconoscerla e come curarla

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Depressione: come riconoscerla e come curarla intervista alla dott.ssa Tiziana Corteccioni

Fondamentale individuare velocemente le diverse declinazioni della depressione per riappropriarsi della propria vita, lasciandosi aiutare da chi ha le competenze giuste. Poiché da questa patologia si può uscire. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta

Depressione: che cos’è

La depressione è una patologia che rende la nostra vita fragile e vulnerabile. È fondamentale stopparne al più presto i suoi effetti nefasti. La dottoressa Tiziana Corteccioni, medico chirurgo con specializzazione in psichiatra e psicoterapeuta, ci ha dato una mano a capirne di più. Spiega: “La depressione è un disturbo psichico caratterizzato da una serie di sintomi. Profonda tristezza che dura a lungo, persistente, diffondendosi in tutte le aree della vita, inappetenza oppure esagerata assunzione di cibo, cioè si mangia poco o troppo, insonnia o ipersonnia, ovvero si dorme poco o troppo. Inoltre c’è svogliatezza, perdita di interessi nelle attività quotidiane, sentimenti eccessivi di autosvalutazione”.

Da non dimenticare tendenza al suicidio e perdita di speranza nel futuro. Dunque una patologia che se non viene curata può portare anche alla morte.

Depressione: non ce n’è una sola

Le caratteristiche citate da Corteccioni (riportiamo qui il link al suo sito https://www.tizianacorteccioni.it/) riguardano la cosiddetta depressione maggiore. Perché diTiziana Corteccioni depressione ce ne sono diverse tipologie. Come le distimie, depressioni in cui ci sono sintomi più lievi rispetto alla depressione maggiore e che possono durare molto a lungo.

La distimia è indicata come disturbo depressivo persistente e le persone che ne soffrono se la portano con sé per anni e anni, se ne abituano quasi e il loro atteggiamento è: sì, sono un po’ depressa ma rimango così, mi tengo questa depressione che ‘ormai’ fa parte di me… Il risultato è che quasi mai chiedono aiuto.

Continua l’esperta: “Poi c’è la depressione reattiva legata cioè a un evento di vita nei riguardi del quale c’è appunto una reazione che vira in quella direzione”. In questo contesto ad esempio c’è un lutto, una depressione che non si deve curare coi farmaci perché si interromperebbe la fase fisiologica che fa parte della vita e che deve starci per un po’ di tempo. “Quando si vede che non passa, però, soprattutto quando ci sono lutti molto gravi, lì bisogna fare qualcosa perché è a rischio la vita del paziente”, ribadisce.

C’è anche la possibilità che queste forme depressive possano trasformarsi in depressione maggiore.

Depressione è anche ansia?

La dottoressa Corteccioni ricorda come l’ansia sia un altro tipo di disturbo che può essere associato alla depressione “C’è una forte comorbilità ansia-depressione. Il depresso è spesso anche ansioso ma ci sono depressi che sono solo depressi”. Un ulteriore disturbo d’ansia, il panico, può essere associato alla depressione con attacchi anche piuttosto forti.

Ma perché viene?

La depressione maggiore, che assieme ai disturbi d’ansia è una patologia piuttosto diffusa, è determinata da un insieme di vari fattori: una predisposizione genetica con variabili psicosociali e ambientali. La fine di una relazione, un lutto, abbandoni ripetuti, traumi… persino un trasloco, possono incidere su questa patologia che non va sottovaluta. E poi perché, sottolinea Corteccioni, dalla depressione si può guarire. Naturalmente affidandosi alla persona giusta e, se necessario, a farmaci specifici, con grande attenzione, anche per evitare eventuali ricadute. La depressione maggiore è infatti un disturbo che può essere ricorrente.

Depressione: chi la cura davvero

Per la depressione maggiore non basta, purtroppo, ‘per tirarsi su’ come consigliano amici e famigliari, andare a passeggiare nella natura o fare un corso di yoga. E neppure affidarsi a chi non ha studi sanitari alle spalle, come i coach o i counselor. Non è sufficiente la loro attività di motivazione per uscire fuori da quel certo disagio emotivo che, se è importante, a rischio invalidante, in tali figure non trova gli strumenti per intervenire.

“Il professionista più adatto cui approcciarsi all’inizio di questa patologia è lo psichiatra la cui visione a 360 gradi permette non solo di fare la diagnosi ma anche di impostare la cura più completa possibile, magari indirizzando a uno psicoterapeuta”, precisa Corteccioni.

Ma ancora oggi persiste il pregiudizio che andare dallo psichiatra significhi finire in un buco nero e la paura di essere etichettato come un malato mentale è tanta. Così si cercano soluzioni alternative, in chi non può dare un aiuto reale, poiché non ha le competenze per farlo. E la persona ha l’illusione di non essere davvero malata. Il risultato è: non risolvere il disturbo e cronicizzare i disturbi, assai negativi per l’esistenza.

Quando servono i farmaci?

Il primo gesto d’amore per se stessa che può fare una persona depressa è dunque rivolgersi a uno specialista il quale sa esattamente cosa fare. Se serve può anche prescrivere farmaci. Del resto le linee guida internazionali prevedono per la cura della depressione maggiore due percorsi da associare: la terapia farmacologica e il trattamento di psicoterapia cognitivo-comportamentale.

I farmaci utili sono vari tipi di antidepressivi che agiscono modulando la presenza della serotonina. Importanti anche i triciclici che aumentano il livello nel cervello non solo di serotonina ma anche di noradrenalina e dopamina. Ovvero i neurotrasmettitori che influenzano l’umore, la forza di volontà, la concentrazione, il piacere, insomma aiutano a ottimizzare la vita.

Puntualizza l’esperta: “A livello chimico il farmaco può tanto e non è giusto che molti abbiano paura di diventarne dipendenti. Non è così, perché i farmaci dopo un anno si possono scalare e sospendere nella maggior parte dei casi.”

La dottoressa Corteccioni ne parla anche in un suo recente libro, dal titolo “Ho bisogno di una pillola?” (Vallardi editore), un po’ un manuale d’uso che tratta non solo di farmacologia ma anche di suggerire a chiunque viva un momento di difficoltà l’aiuto corretto. “Non certo con cure fai da te ma capendo a chi rivolgersi veramente, riprovando e riprovando con varie figure senza effetto. Senza l’informazione giusta, per il depresso il pericolo è arrivare alla conclusione che nessuno sia in grado di guarire il suo disturbo, accettando di conviverci, come una spada di Damocle da portare per sempre”, sostiene la psichiatra che aggiunge: “Questo è sbagliato perché vivere gli anni con la depressione è una condanna tremenda, bisogna farla passare il prima possibile e prendere in mano la propria vita”.

La depressione malattia dei nostri giorni?

La depressione c’era anche in passato ma “con il Covid si è sicuramente accentuata. La pandemia è stata un periodo importante in cui siamo stati costretti ad affrontare le nostre grandi paure, senza poterle nascondere dietro altro, evitando di farci curare. Secondo le statistiche, uno su due oggi dovrebbe essere depresso”, rileva Tiziana Corteccioni.

Per quanto riguarda l’età l’insorgenza del disturbo avviene in media tra i 23-25 anni, ma può arrivare in qualsiasi periodo della vita.

Ad esempio il pensionamento è una fase di rischio nella depressione reattiva come lo sono la menopausa e tutti i cambiamenti importanti.

La depressione nelle sue varie tipologie può essere legata all’aspetto ormonale, per cui la prevalenza di persone che ne soffre è di sesso femminile, ma non c’è una grande differenza in termini quantitativi tra maschi e femmine, “possono essere colpiti tutti”.

Cinzia D’Agostino per Redazione VedimociChiara © riproduzione riservata

Take Home Message

Per comprendere la depressione è fondamentale individuare velocemente le sue diverse declinazioni per potersi riappropriare della propria vita. Ed è fondamentale anche lasciarsi aiutare da chi ha le competenze giuste. Poiché da questa patologia si può uscire. Cinzia d’Agostino ha intervistato per noi la dott.ssa Tiziana Corteccioni, psichiatra e psicoterapeuta

Tempo di lettura: 3 minuti

 

Ultimo aggiornamento: 06 agosto 2024

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