No, non volevo un figlio, non volevo diventare mamma.
Il progetto era di andare a Disneyland la prossima estate, poi finire la scuola e vivere la mia vita.
Io e lui ci vediamo il fine settimana. Anche lui studia e anche lui non ci pensava proprio a diventare papà.
Alle volte ci sembra un incubo. Oddio, lui non lo so se ha capito cosa succederà. È un po’ tonto, ma gli voglio bene. Tutti gli vogliono bene, e tutti ci tengono sempre a dirgli che non ha obblighi.
A me questa cosa un po’ mi manda fuori di cervello, magari sono già gli ormoni, ma che lui non abbia obblighi non mi sta bene. Che significa, scusa? Solo perché il bambino sta qui dentro, non vuol dire che sarà solo mio. Io voglio sapere con certezza chi ci sarà accanto a me quando nascerà. Io sembro forte, ma invece ho paura.
Anche perché il bambino non sarà la cura di tutti i miei problemi. Io sono malata, e sembra che gli altri, più la pancia cresce, e più se ne scordano.
Chi se ne frega se poi io muoio, giusto? Tanto c’è il bambino. Vabbé, scusate, forse esagero. Ma quando sono da sola io penso a queste cose. Per questo non mi piace più stare da sola, prima mi piaceva. Soprattutto mi piaceva stare da sola a leggere. Adesso non leggo più. Mi sembra inutile. La mia vita è cambiata e non sarà più la stessa.
Ma io lo amerò questo bambino, sembra assurdo, ma lo so. Me lo sento. Credo che sia la cosa più strana che abbia mai provato nella mia vita, sentire queste cose di mamma che nascono da dentro di me. Capite? Mi immagino come sarà allattarlo e non vedo l’ora di sentire la sua boccuccia. No, al mio ragazzo non gliele dico queste cose, è tonto, non le capirebbe. Magari gliele dico dopo.
Ho paura che scappi, sta sempre lì a sentire quello che gli dicono quei cretini dei suoi amici.
Fare l’amore è stato strano, ma anche un incubo. Alcune delle mie amiche lo hanno fatto di nascosto, senza che i genitori lo sapessero, di noi, invece, lo sapevano tutti, ma proprio tutti. Ogni giorno a chiedere se ero rimasta incinta o no. Terribile.
Ma c’è stato un momento bello, solo mio, che non dirò a nessuno. La mia mente si è come disconnessa. Non ho pensato alla morte, al bambino, ai miei genitori, ai genitori del mio ragazzo. Non ho pensato proprio a niente. Perlomeno non è stato tutto da buttare, giusto? Io non voglio morire.
Ma che posso farci, è quello a cui penso sempre, mentre la pancia cresce e non so quale sarà il mio futuro, quello del bambino. Se potrò mai portarlo a Disneyland.
Nasce il bambino e subito mi toglieranno l’utero e poi si vedrà. I medici dicono che ho grandi possibilità, che devo essere positiva. Ma a me viene da piangere. Che posso farci, saranno gli ormoni.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata