Prendi più medicine in contemporanea? Parliamo di politerapia
Ricordo ancora le amene discussioni tra mia nonna e le sue coetanee, che usavano spesso raccontarsi quante pillole dovevano assumere ogni giorno. Vere sfide all’ultima pasticca che, al netto di digestivi fai da te e rimedi della nonna, rigorosamente esclusi dalla competizione, erano vinte al raggiungimento di almeno cinque diversi medicinali. Più o meno, quella che, oggi, è la media registrata in Italia, già nella popolazione compresa tra i 65 e i 69 anni, stando ai dati dell’ultimo rapporto OsMed, pubblicato a luglio del 2021. Il consumo dei farmaci aumenta nel tempo e cresce con l’età. In media, le persone con 85 anni o più assumono giornalmente più di otto medicinali, prescritti da specialisti diversi. Soprattutto nell’anziano, quindi, è sempre più urgente imparare a gestire le molteplici e concomitanti terapie farmacologiche, quel fenomeno definito politerapia.
Cosa è la politerapia?
Si parla di politerapia quando una persona prende più farmaci contemporaneamente. Sulla definizione non c’è un consenso unanime, ma la gran parte della letteratura considera politerapia l’assunzione di cinque o più medicinali. In Italia, secondo i dati del rapporto OsMed riferiti al 2020, un soggetto su quattro tra gli over 65 anni assume almeno dieci principi attivi diversi. Numeri indicativi di un ricorso frequente alla politerapia nel paziente anziano.
Politerapia – quali sono le cause?
È un fenomeno diffuso nel mondo occidentale, effetto dell’allungamento della vita media, dell’alta prevalenza delle malattie croniche, ma anche della disponibilità di cure. Diabete, ipertensione, insufficienza cardiaca, osteoporosi etc, sono condizioni frequenti, spesso compresenti negli over-65 e che richiedono trattamenti farmacologici di lungo periodo. Questa è la ragione per cui gli anziani sono più a rischio di subire i possibili effetti collaterali della politerapia.
Quali sono i rischi della politerapia?
Le indicazioni d’uso dei medicinali, sperimentati in condizioni diverse dalle applicazioni real life, non tengono conto dei quadri clinici complessi riscontrabili in soggetti anziani, in cui si sommano malattie croniche, forme diverse di disabilità e di terapie prescritte. Inoltre, i cambiamenti fisiologici nella farmacocinetica e farmacodinamica dei farmaci – cioè, il modo in cui la pillola interagisce con l’organismo e produce i suoi effetti – possono dar luogo a esiti non desiderati. Ogni malattia ha la sua cura e non sempre le cure vanno d’accordo tra loro. Le interazioni tra farmaci aumentano proporzionalmente con il numero di medicinali assunti ed espongono al rischio di una reazione avversa ai medicinali (ADR). In un caso su tre, tra i soggetti che assumono più di cinque farmaci si riscontra una ADR. E non solo, tra i rischi della politerapia bisogna considerare anche:
- la scarsa aderenza alle terapie;
- il declino fisico e cognitivo;
- l’aumento del rischio di sindromi geriatriche (stato confusionale, cadute, incontinenza urinaria, disturbi del comportamento, etc.);
- l’aumento del rischio di ospedalizzazione e mortalità.
Troppe medicine? Occhio agli errori
La politerapia può portare a errori sia nella conservazione che nell’assunzione corretta. Le pillole possono venire scambiate, le confezioni confuse tra loro e un farmaco può essere assunto in eccesso. Nei soggetti anziani è importante valutare la capacità di accettare e gestire in modo congruo le medicine prescritte. Un problema che può conseguire alle difficoltà riscontrate nell’assunzione è la mancata aderenza alla terapia, particolarmente frequente nella politerapia cronica. In una ricerca condotta in Italia su 52 mila persone con un pregresso infarto miocardico e patologie croniche concomitanti, l’aderenza alla terapia è risultata compresa nel range 63-27%. Ciò significa che su dieci individui in politerapia, quelli che assumono le terapie prescritte in modo regolare possono arrivare ad essere solo quattro. L’assistenza frammentata fornita da più sanitari che non comunicano tra di loro peggiora la situazione e aumenta il rischio di errori prescrittivi. In alcuni casi, infatti, i medici non hanno il quadro completo dei farmaci che i loro pazienti stanno assumendo.
Politerapia – soluzioni semplici per casi complessi
In un articolo pubblicato nel 2017, sull’accreditata rivista scientifica JAMA, gli scienziati Alessandra Marengoni e Graziano Onder, membri dello Steering Group Geriatrico dell’AIFA, forniscono indicazioni utili per la gestione della politerapia. Poche semplici regole da seguire e rivolte a medici e pazienti, ma anche a chi si prenda cura di un soggetto anziano:
- porta sempre con te una lista completa e aggiornata dei farmaci che assumi e chiedi a ogni medico che ti visita di revisionare l’elenco;
- informa il tuo medico su ogni prodotto terapeutico che stai assumendo, integratori, prodotti erboristici o farmaci da banco;
- chiedi qual è la ragione per cui stai prendendo un farmaco e quali sono gli eventuali effetti collaterali a cui devi porre attenzione;
- chiedi al tuo medico se puoi interrompere un trattamento o se sia possibile semplificare il piano di cura, eliminando qualche farmaco;
- prendi tutte le medicine secondo le prescrizioni e non interrompere mai il trattamento senza prima averne parlato con il medico.
In conclusione, la politerapia sembrerebbe un “male necessario”, come hanno affermato Marengoni e Onder, una condizione ormai prevalente nella popolazione sempre più longeva e portatrice di più condizioni croniche. È anche una grande sfida per i sistemi sanitari di tutto il mondo, che devono fare i conti con costi in crescita e risorse inadeguate. La soluzione passa per l’educazione sanitaria e l’informazione del paziente, ma anche per la messa in atto di un nuovo modello di gestione clinica. La cura deve essere personalizzata attraverso una valutazione multidimensionale e che sia centrata sulla persona, non sulla malattia. E com’è immaginabile, un supporto decisivo sarà fornito dagli strumenti informatici sempre più performanti, in grado di supportare i sanitari nell’analisi complessa di ogni caso clinico apparentemente semplice.
Fonti
- Osservatorio Nazionale sull’impiego dei Medicinali. L’uso dei Farmaci in Italia. Rapporto Nazionale Anno 2020. Roma: Agenzia Italiana del Farmaco, 2021.
- Saffi Giustini, Sophie Thiry. Medicina Generale, multimorbilità e politerapia nei pazienti anziani. Rivista Società Italiana di Medicina Generale. Numero 6. Dicembre 2012.
- Nobili A, Pasina L. La terapia farmacologica nell’anziano complesso: le interazioni tra farmaci. Giornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione 2014; 6 (3): 38-45.
- Di Martino M, Lallo A, Davoli M et al. Aderenza alla politerapia cronica nella prevenzione secondaria dell’infarto: limiti e prospettive. Recenti Prog Med 2019;110(1):7-9.
- Onder G, Marengoni A. Polypharmacy. 2017;318(17):1728.
Dott.ssa Serenella Corvo per Redazione VediamociChiara
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Take home message
La politerapia si verifica quando si assumono almeno cinque farmaci in concomitanza. È un fenomeno diffuso, dovuto all’allungamento della vita e alla compresenza di più malattie croniche negli over-65 anni. I rischi connessi alla politerapia, come le reazioni avverse ai medicinali e gli errori nell’assunzione, possono essere prevenuti con la corretta gestione. Bastano cinque semplici regole ed è fondamentale avere sempre con sé l’elenco completo dei farmaci assunti.
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4 risposte
Ne prendo diversi: colesterolo, gambe gonfie e intestino un po’ ribelle
E sì e sei in buona compagnia!
In effetti anche io prendo diversi farmaci…tra cui la cardioaspirina
Un grande farmaco la cardioaspirina, per molti di noi un vero salvavita