Giornata internazionale delle persone con disabilità. Nessuno sia lasciato indietro!
Una giornata mondiale che non interessa solo il 15% di tutta la popolazione, ovvero circa un miliardo di persone disabili, ma tutti noi, che dobbiamo imparare a pensare – di più e meglio – alle persone che vivono con disabilità visibili e invisibili
Ostacoli e discriminazioni
Le persone disabili sono persone che devono affrontare nel corso della loro vita discriminazioni e ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale. In tutto il mondo sono circa 1 miliardo, tra donne, uomini, bambini, anziani.
Nel nostro Paese, nel 2019, le persone con disabilità sono 3 milioni e 150 mila (il 5,2% della popolazione) (Fonte: Disabili.com)
Un numero destinato a crescere, visto che la disabilità è correlata alla sempre maggiore aspettativa di vita.
La giornata di oggi, 3 dicembre, deve ricordarci l’importanza di valorizzare ogni individuo e di abbattere le barriere che limitano diritti imprescindibili. E di strada da fare ce n’è ancora molta. Basta guardarsi intorno.
E non parliamo solo degli ostacoli fisici, come le barriere architettoniche. Ci riferiamo anche all’accesso alla vita di tutti i giorni, mezzi di trasporto certo, ma anche opportunità di lavoro, accesso all’istruzione, alla salute, alla genitorialità.
La predominanza dell’abilismo
Limiti che ma mettono in risalto quanto ancora poco consideriamo chi “altro” da noi, “noi” cosiddetti “abili”. E qui entra in gioco l’abilismo, ovvero:
La discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e, più in generale, il presupporre che tutte le persone abbiano un corpo abile (Fonte: Wikipedia)
L’abilismo si manifesta in diversi modi, anche utilizzando un linguaggio discriminatorio o che abbia accezioni negative nei confronti della disabilità (“diversamente abile”, “malgrado la disabilità”, “costretto in carrozzina”, ecc.) e nell’usare nomi di disabilità come offese (down, cerebroleso, ritardato, ecc.). Per non parlare di quel modo di trattare le persone disabili con pietismo o come se fossero eroi per il solo fatto di vivere una vita normale (rappresentazione pietistica/compassionevole o eroica/ispirazionale).
La disabilità, un pericolo che incombe
La maggior parte di noi tende a provare compassione per chi ha una disabilità (fisica o mentale, visibile o invisibile), perché la disabilità è percepita come un pericolo che incombe. E se guardiamo i numeri è proprio così, visto che sono soprattutto gli anziani le persone più colpite: con l’età crescono le limitazioni funzionali e si verifica la riduzione dell’autonomia personale: diventa difficile lavarsi, vestirsi, mangiare da soli, preparare i pasti, fare la spesa, usare il telefono, prendere le medicine, ecc. (Fonte: Disabili.com). A ben guardare quindi, una prospettiva che tocca a tutti noi…
La disabilità quindi come “categoria” a cui chiunque può aderire, in qualsiasi momento e questo, in una società che ha sempre veicolato la superiorità del corpo abile, ci spaventa: la disabilità è li a ricordarci che un perfetto stato fisico e mentale non sono né garantiti, né permanenti.
La lista dei danni arrecati da tutto questo è lunga e seria. Le persone con disabilità infatti:
- Risentono maggiormente delle carenze sanitarie
- Hanno minore accesso all’istruzione
- Minori opportunità economiche
- Tassi di povertà più alti rispetto alle persone senza disabilità
- etc.
Parliamo delle basi dell’inclusione!
Qualche segnale incoraggiante…
Ci fa ben sperare il fatto che il tema della disabilità sia presente nell’Agenda dell’ONU (Organizzazione delle Nazioni Unite) 2030 per lo sviluppo sostenibile. In particolare in 5 obiettivi che sono stati formulati con riferimenti espliciti alle persone con disabilità. Negli intenti si legge che nel prossimo decennio dovrà essere garantito alle persone con disabilità:
- Un accesso equo, di qualità e senza barriere all’istruzione
- Un’inclusione totale a livello economico e politico
- L’abolizione di ogni barriera fisica all’accesso a edifici e trasporti pubblici
In particolare l’Agenda mira a un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali e al miglioramento di tutte quelle strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi per tutte le persone.
In attesa dell’arrivo di queste date, che risuonano sempre un po’ troppo come lontane promesse (“Bla bla bla…”), oggi, 3 dicembre, proviamo a fare noi un passo avanti eliminando barriere e iniziando a pensare in modo inclusivo a tutte le possibili variazioni nel “funzionamento” degli esseri umani.
Redazione VediamociChiara
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Fonti e approfondimenti “Giornata internazionale delle persone con disabilità”
- Agenzia per la coesione territoriale
- Onu Italia
- Cos’è l’abilismo? Articolo su l’Indiscreto
- Disabili.com
- Voce Abilismo su Wikipedia
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Take Home Message – Giornata internazionale delle persone con disabilità
Una giornata mondiale che non interessa solo il 15% di tutta la popolazione. Parliamo di circa un miliardo di persone disabili. Persone che devono affrontare nel corso della loro vita discriminazioni e ostacoli che ne limitano la piena partecipazione alla vita sociale. Una data importante anche per tutti noi.
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