Ipocaloricità e difese immunitarie (Articolo a cura del Dott. Francesco Garritano)
Partiamo dal concetto che all’interno del nostro cervello (ipotalamo) vi è il nostro orologio biologico, che regola il flusso ormonale in base ai segnali che arrivano dalla periferia dell’organismo. Come ho ampiamente discusso nel mio secondo libro “La dieta anti-infiammatoria”, uno di questi, il più importante, è quello della leptina, un ormone che negli ultimi anni ha riscontrato sempre più importanza per il corretto funzionamento dell’organismo. Questa è secreta dal tessuto adiposo quando sono presenti alcuni elementi fondamentali, quali cibo di qualità, in quantità, costante attività fisica ed assenza di disturbatori della leptina, come picchi insulinici e stress. In presenza di questi, il tessuto adiposo riuscirà a secernere un flusso regolare di leptina, che agirà a livello ipotalamico, attivando tutti gli assi metabolici, fra i quali quello tiroideo.
Leptina & co.
L’efficienza del sistema immunitario è regolato anche dalla leptina, dunque è semplice capire quale sia la correlazione. Se mangiamo poco e male, la leptina non ha un flusso regolare non può attivare l’ipotalamo, rallentando il funzionamento. Cattivi segnali verranno inviati all’ipofisi con ripercussioni sull’asse tiroideo, sull’asse muscolo-scheletrico, sull’asse riproduttivo, sul centro della fame e sull’asse ACHT, responsabili del controllo del sistema immunitario. Quindi, mangiare correttamente e nelle giuste quantità serve ad avere un sistema immunitario più rafforzato!
Zuccheri e dolcificanti e farine raffinate
Gli zuccheri, i dolcificanti, le farine raffinate, svolgono un ruolo destabilizzante sui livelli di insulina e quindi di leptina. Come detto anche sopra, livelli disregolati di leptina inducono cattivo segnale ipotalamico, ovvero ipofisario e quindi a tutti gli assi metabolici collegati: tra questi è coinvolto l’asse ACHT, della via surrenalica, che coinvolge l’immunità. Inoltre, chi soffre di resistenza insulinica, ovvero le donne con sindrome dell’ovaio policistico, chi è in sovrappeso, può incorrere in problemi significativi di calo immunitario in quanto il glucosio in circolo non assorbito dalle cellule può creare danno tissutale e infiammazione.
Intestino e prebiotici/probiotici
Quando il nostro intestino è sottoposto a stress, è infiammato, permea male le sostanze che vi passano attraverso, e da esso possono scaturire svariate conseguenze patologiche di natura generalizzata ma soprattutto relativa al nostro sistema immunitario. Perché questo? Nel nostro intestino è insito un efficiente sistema di controllo immunitario nell’organismo per ben 65% del totale.
Come già sappiamo, l’intestino è l’organo più esposto all’ambiente esterno, ed è soggetto maggiormente a patologie rispetto agli altri organi; in più, esso risente di numerose cause di squilibrio che possono perturbarlo (ricordandoci che l’apparato digerente comunica con l’esterno dalla bocca fino all’ano), è sottoposto a stress di vari tipi ed infatti i fattori in grado di generare infiammazione a livello dell’intestino sono numerosissimi. Nel nostro intestino è presente la flora batterica, ovvero i nostri batteri “amici”, in grado di assolvere alle funzioni di protezione e nutrimento per esso stesso ma anche di produzione di alcune importanti vitamine e aminoacidi per le funzioni del nostro organismo.
Corretta idratazione e difese immunitarie
L’acqua è il principale costituente del nostro organismo (rappresenta circa il 50-60% del peso corporeo in un adulto) (TBW-idratazione corporea), svolge azioni di fondamentale importanza: permette il trasporto delle sostanze nutrienti attraverso le membrane cellulari, regola la temperatura, rappresenta il mezzo attraverso il quale avvengono numerose reazioni biochimiche, è inoltre di fondamentale importanza per la funzione cardiovascolare (regola la pressione sanguigna) (ECW-acqua extracellulare) e la digestione; è il mezzo nel cui avvengono la quasi totalità delle reazioni biochimiche e metaboliche e permette l’eliminazioni di sostanze di rifiuto e tossine.
Un’adeguata assunzione di micronutrienti tramite l’acqua è necessaria affinché il sistema immunitario funzioni in modo efficiente: la carenza di micronutrienti porta alla disregolazione della risposta immunitaria rendendo il corpo più suscettibile alle infezioni e, a loro volta, le infezioni aggravano le carenze di micronutrienti mediante diversi meccanismi tra cui l’aumento dell’eliminazione dei nutrienti e l’alterazione delle vie metaboliche che permettono il loro utilizzo.
Stress e difese immunitarie (o stress da cattivo sonno)
Quando si è stressati per colpa dei pensieri cattivi che ci accompagnano per mesi, il corpo produce molto cortisolo: è un ormone che riduce l’attività e la produzione dei linfociti, cioè globuli bianchi che ci difendono da virus, batteri e cellule tumorali. Lo stress di lunga durata (come l’ansia), mediante il cortisolo (liberato dai surreni) ha la proprietà di ridurre il volume del timo che è la ghiandola preposta alla crescita, maturazione e selezione dei linfociti. Quindi lo stress, rimpicciolendo il timo, riduce il numero dei linfociti che ci difendono.
Questo spiega il perché quando una persona è stressata per lungo tempo, è predisposta maggiormente ad ammalarsi non solo di patologie infettive, influenza, raffreddore, ma anche di allergie, malattie auto-immuni (eczema, psoriasi, etc.) e tumori.
Le persone tranquille e serene in genere hanno un timo molto sviluppato e quindi un sistema immunitario forte che meglio le difende da influenze e raffreddori. Al contrario, le persone tristi, ansiose, impaurite della vita, presentano un timo rimpicciolito per colpa del cortisolo e quindi hanno la tendenza ad ammalarsi più frequentemente, disponendo di un minor numero di linfociti-T.
Sonno e difese immunitarie
Un cattivo sonno vuol dire stress. Lo stress induce l’attivazione del sistema simpatico (noradrenalina, cortisolo), depressione del parasimpatico (acetilcolina, serotonina, ossido nitrico), quando si ha un calo significativo dei livelli endogeni di serotonina.
A livello gastrointestinale la serotonina si ritrova al 90%, sintetizzata dalle cellule enterocromaffini della mucosa in seguito a stimoli chimici, meccanici e neuronali. La sintesi della serotonina a livello gastrointestinale avviene grazie al sistema neuroendocrino diffuso o APUD (Amine Precursor Uptake and Decarboxylation) che capta i suoi precursori modulando una decarbossilazione degli stessi.
Oltre a mantenere il tono muscolare dell’apparato, la serotonina partecipa alla regolazione della motilità gastrointestinale, tramite la stimolazione dei recettori 5-HT(n) presenti nei neuroni intrinseci (del plesso mienterico) e sui neuroni vagali estrinseci, determinando il riflesso peristaltico. Proprio per questo motivo un alterato metabolismo del neurotrasmettitore del buonumore ed un polimorfismo di una subunità del suo recettore 5-HT3 provocano patologie a livello del tratto gastrointestinale e ciò si ripercuote, come abbiamo detto prima, sull’efficienza delle difese immunitarie!
Dott. Francesco Garritano Biologo Nutrizionista per Redazione VediamociChiara
©️ riproduzione riservata
>>> Tra le fonti di questo articolo segnaliamo:
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25078296
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/24915336
- https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/29173175
- Thiennimitr P. et al., Lactobacillus paracasei HII01, xylooligosaccharides, and synbiotics reduce gut disturbance in obese rats. Nutrition. 2018 Oct;54:40-47.
- Increased Intestinal Permeability and Decreased Barrier Function: Does It Really Influence the Risk of Inflammation? Fukui H1.
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Take Home Message – Quali sono i fattori che possono influenzare l’attivazione metabolica?
Partiamo dal concetto che all’interno del nostro cervello (ipotalamo) vi è il nostro orologio biologico, che regola il flusso ormonale in base ai segnali che arrivano dalla periferia dell’organismo. Uno di questi, il più importante, è quello della leptina, un ormone che negli ultimi anni ha riscontrato sempre più importanza per il corretto funzionamento dell’organismo. Questa è secreta dal tessuto adiposo quando sono presenti alcuni elementi fondamentali, quali cibo di qualità, in quantità, costante attività fisica ed assenza di disturbatori della leptina, come picchi insulinici e stress.
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