Olio di Palma: proviamo a fare chiarezza.
Fa davvero così male? Hanno fatto bene a toglierlo dagli ingredienti dei biscotti? Quale olio è da preferire? Fino a qualche anno fa non si parlava d’altro. Sembrava il male del secolo. In quanti e quali prodotti è ancora presente? È vero che la produzione intensiva sta portando ad una graduale deforestazione? È vero che a suon di biscotti con l’olio di palma, stiamo perdendo l’habitat naturale l’orango, un nostro lontano parente? E per noi che viviamo in questa parte di mondo: è vero che ogni volta che lo mangiamo, mettiamo a rischio la nostra salute?
Ecco cosa dice il nostro Istituto Superiore di Sanità sull’olio di palma
I nutrizionisti parlano chiaro: non assumere più del 30-35% di grassi totali rispetto alle calorie giornaliere, con un 10% massimo riservato ai grassi saturi. E l‘ISS, l’Istituto Superiore di Sanità?
Copiamo e incolliamo, senza aggiungere una virgola:
I possibili effetti negativi sulla salute dell’olio di palma sono legati alla presenza in esso di una rilevante quantità di acidi grassi saturi che, secondo le evidenze scientifiche, se consumati in eccesso sono responsabili di un aumento del rischio di alcune malattie, in particolare di quelle cardiovascolari. È bene precisare, tuttavia, che nessun alimento o ingrediente è tossico di per sé ma gli eventuali effetti negativi sulla salute derivano dalla quantità consumata e dallo stile di vita di ciascun individuo.
Ma che cos’è l’olio di palma?
L’olio di palma è un grasso di origine vegetale ottenuto dai frutti della palma da olio (Elaeis guineensis). Ha costi molto bassi (anche a causa di una manodopera spesso sfruttata) e per questo rappresenta circa il 30% della produzione mondiale di olio.
È facile trovarlo nelle merendine confezionate, negli snack, nei biscotti, così come nel cioccolato e nel gelato industriale.
E per friggere che olio è meglio usare?
Non l’olio di palma! Visto che l’olio migliore per friggere deve avere un alto punto di fumo. Gli oli con una buona percentuale di grassi monoinsaturi, come l’olio di oliva e di arachidi, composti prevalentemente da acido oleico, hanno una buona resistenza all’ossidazione.
L’olio extravergine di oliva in più contiene molecole che agiscono da antiossidanti ritardandone la degradazione.
Trovate che i costi per una frittura casalinga diventino così troppo alti? Una valida alternativa è l’olio di arachidi. L’olio di semi di girasole invece, tra gli oli più diffusi, è forse, il meno adatto per la frittura poiché, essendo ricco di acidi grassi poliinsaturi, acido linoleico soprattutto, si degrada molto velocemente
A questo punto è solo una questione di gusti personali. E la salute è salva!
>>> Libro citato “Contro natura” Dagli OGM al “bio”, falsi allarmi e verità nascoste del cibo che portiamo in tavola di Dario Bressanini Beatrice Mautino
Redazione VediamociChiara
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Take Home Message – Olio di palma. Facciamo il punto
Ora che non se ne parla più così tanto, è forse il momento giusto per provare a fare chiarezza sulla vecchia questione dell’olio di palma: Fa davvero così male? Hanno fatto bene a toglierlo dagli ingredienti dei biscotti? Quale olio è da preferire?
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