Siamo fatti di digitale. In tutti i sensi. Il digitale, i suoi contenuti (che spesso sono i nostri!) fanno parte della nostra vita, anche lavorativa…
Ma non solo. Sono anche uno spazio di cittadinanza. Il fatto è che dentro il telefono, il computer, la serie Netflix, etc. ci sentiamo cittadini del mondo. Per certi versi lo siamo. Il punto è sempre la misura. Perché il troppo, come sapete, stroppia.
La malattia del nostro secolo si chiama tecnostress
Una malattia che ci costringe a subire gli effetti della tecnologia, senza riuscire a staccare la spina per un po’ di sano digital detox! In tempi di quarantena e di Pandemia ci hanno anche permesso di continuare a vivere e lavorare. Ma la nostra salute potrebbe risentirne (mal di testa, ipertensione, cervicale, insonnia…). Ecco qualche consiglio da salvare…
Tecnostressata – Le patologie da iperconnessione
Disturbi che fino a ieri pensavamo improbabili, nel corso dei lustri hanno trovato anche nomi e/o acronimi che li fanno somigliare di più a vere e proprie malattie.
- Phubbing – È il paradosso dell’esclusione sociale dell’iperconnessione. Il nome nasce dalla crasi di due termini inglesi phone e snubbing: telefono e snobbare. Parliamo di quel fenomeno che più o meno involontariamente ci porta a ignorare gli altri quando siamo troppo presi dal controllo del cellulare. Un atteggiamento compulsivo che potrebbe far nascere un circolo vizioso: chi ne soffre tende a rifugiarsi online
- Lettura compulsiva – Quello di cui soffro anche io. Che inseguo notizie in ogni angolo del web e così finisce che leggo di tutto senza sentirmi mai sazia. Un bel problema (soprattutto per occhi e cervicale)
- O.M.O. – Ovvero la paura di sentirsi tagliati fuori (come recita l’acronimo “Fear Of Missing Out”). Se si soffre di FOMO, si vive quella preoccupazione che gli altri stiano facendo qualcosa per cui varrebbe la pena esserci. E si fa di tutto per non perdere nulla…
Tecnostressata – Ma che vita è?
Meglio allora provare ad intervenire per arginare il tecnostress. Si può fare, grazie anche alla tecnologia!
- Gli anticorpi sono già tutti dentro
Nell’iPhone, per esempio, c’è “Tempo di utilizzo” (>>> Impostazioni). Oltre al report del consumo quotidiano/settimanale/mensile, si possono impostare limiti, timer e scadenze. Ad es. si può impostare il limite giornalierosu Instagram. E allora per iniziare possiamo proviamo con non più di 20 minuti al giorno?) - Balance
Un’app che, in base alle vostre esigenze (digital detox, stress, sonno, etc.) vi proporrà delle sessioni di meditazione (e potete scegliere anche l’orario). Sono esercizi che suggeriscono uno stile di vita sano e solo per questo meriterebbero di essere praticati - Tide
Suoni in sottofondo per aiutare la concentrazione, non perdere il filo (io ho scritto questo articolo cullata dal suono delle onde e quello della pioggia).
A proposito di pioggia, val la pena di provare l’app successiva… - Rifugio nella natura!
Provate con quest’altra app: “Suoni di pioggia“. Vanta oltre 75 suoni reali (Pioggia su una tenda, Pioggia su un templio giapponese, Pioggia a Stonehenge, etc.). Tutti di alta qualità.
Il mio preferito? Acquazzone e arcobaleno!
Psss! C’è poi un trucchetto per risolvere il problema alla radice: avete mai provato a spegnere il telefono per un paio di ore? ; )
Redazione VediamociChiara
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…
Take Home Message – Tecnostressata – Un’app ti salverà!
Siamo fatti di digitale. In tutti i sensi: il digitale, i suoi contenuti (che spesso sono i nostri!) fanno parte della nostra vita (anche lavorativa, per molti). Ma non solo: sono anche uno spazio di cittadinanza. Il fatto è che dentro il telefono, il computer, la serie Netflix, etc. ci sentiamo (per certi versi lo siamo anche) cittadini del mondo. Il punto è sempre la misura. Perché il troppo, stroppia.
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2 risposte
utilissimo, comunque anche io ogni tanto lo spengo:_ modalità aereo e tutto cambia ; )
anche io spengo tutto, soprattutto quando sono esausta, in questo periodo poi, mi capita spesso.