La spia rossa dell’olio si è accesa e la macchina si è fermata in mezzo alla strada.
Le cose possono essere andate anche un po’ diversamente, forse la macchina ha sobbalzato un po’ prima di fermarsi, forse ha perso velocità e poi si è accesa la spia. Comunque ho frenato, sì, ma forse non ce n’è stato bisogno, andavo così piano che il motore è morto lentamente e non ha più voluto saperne di ripartire.
Non avevo mai visto la spia rossa dell’olio accesa. È affascinante, non riuscivo più a distogliere il mio sguardo da quella goccia che cade nel vuoto, sospesa. La goccia è un dettaglio, anche senza la goccia il messaggio sarebbe stato chiaro ugualmente: sei fregata bella mia!
Aladino. Perché ti hanno chiamato Aladino?
Di fede nobile, devoto alla religione. ‘Alā al-Dīn. O forse perché hai qualcosa a che fare col genio della lampada? È più probabile che in casa hanno un cane di nome Dino e al tuo nome hanno aggiunto l’ala, Aladino. La fantasia dell’essere umano è sempre più sorprendente della fede.
In fondo ero sollevata. La morte della macchina era un’ottima scusa per non andare a lavorare. Credo di aver cominciato a sorridere proprio in quel momento, non uno di quei sorrisi da scoprire i denti, ovvio, ma comunque era sempre un sorriso, di quelli spontanei. Non ridevo più da tanto tempo. Era lui che pensava alla macchina, a cambiare le ruote quando si consumavano, a lavarla ogni quindici giorni, a controllare l’acqua e l’olio. Io nemmeno sapevo che bisognasse cambiare l’olio.
Si era formata la fila dietro di me. Mi hanno suonato. Suonavano un po’ tutti. Qualcuno ha bussato al vetro e mi ha chiesto se stavo bene. Deve aver visto quel sorriso e ha pensato che fossi impazzita. Alle volte succede nel traffico, c’è chi si pulisce il naso con le dita, chi canta a squarciagola, chi impreca e chi impazzisce lentamente.
Un pappagallo di nome Aladino.
Chissà se sai parlare o se sei scappato per non dover parlare più.
Ho lasciato che mi aiutassero a parcheggiare la macchina a bordo strada. L’hanno spinta in due mentre un altro girava il volante. Non ho detto una parola, ho continuato a sorridere come una pazza e poi sono tornata a casa. Ne ho viste tante di macchine abbandonate per strada, sembra che nessuno se ne interessi più di tanto.
Qualcuno ha tappezzato il quartiere con dei volantini. Aiutateci a ritrovarlo, il pappagallo Aladino è volato via. Ce n’è uno attaccato anche al palo di fronte al portone di casa mia.
Ogni tanto do un’occhiata al cielo nella speranza di vederlo passare, ma tanto lo so che Aladino non tornerà mai più.
Milena Martin per Redazione VediamociChiara © riproduzione riservata