Assistenza agli anziani: c’è davvero tanto da fare
In prima linea per i diritti di tutti, Cittadinanzattiva non dimentica certo le persone con tanti anni sulle spalle e il tema dell’assistenza agli anziani. Ne abbiamo parlato con la segretaria generale Anna Lisa Mandorino che tra l’altro chiede attenzione su un ruolo importante e un po’ dimenticato, quello dei caregiver
In Italia l’assistenza agli anziani non è messa bene, purtroppo, nonostante il numero di persone in età avanzata, e soprattutto bisognose di cure, sia in salita rapida. Lo dice chiaramente Anna Lisa Mandorino, segretaria generale dell’Organizzazione Cittadinanzattiva: “Siamo il secondo paese al mondo più anziano dopo il Giappone e il problema dei non autosufficienti riguarda ora circa 3 milioni e mezzo di persone che arrivano a 10 milioni considerando le famiglie e tutti quelli che sono coinvolti nell’assistenza. E siccome la popolazione tenderà ad invecchiare ancora di più, è possibile che questi numeri aumentino”.
Assistenza agli anziani: urgente una riforma di sistema
Cittadinanzattiva è un’organizzazione la cui mission è promuovere l’attivismo dei cittadini per la tutela dei diritti, la cura dei beni comuni, il sostegno alle persone in condizioni di debolezza. In questa ottica ha sostenuto e promosso con tante altre organizzazioni la nascita di un Patto per gli anziani non autosufficienti. “Perché era ed è necessaria una riforma di sistema che, proprio per gli anziani vulnerabili, mettesse le basi per interventi mirati più organici”, spiega Mandorino che non nega la soddisfazione di avere contribuito a inserire la riforma per gli anziani non autosufficienti negli obiettivi del Pnrr. “Un paradosso”, commenta la segretaria generale, “perché il piano nazionale di ripresa e resilienza che è un po’ la risposta al Covid, non prevedeva provvedimenti che riguardasse il target anziani, colpito pesantemente dal coronavirus”.
Ma c’è un però. “Esatto. In effetti la legge approvata, che è una legge delega, è una buona legge, perché introduce elementi molto favorevoli nel panorama della non autosufficienza”, sottolinea Mandorino. Come ad esempio lo Snaa, Sistema nazionale per la popolazione anziana non autosufficiente. Si tratta di un nuovo strumento di valutazione multidimensionale dell’anziano, sanitaria e sociale, per identificare a 360 gradi i bisogni della persona longeva. “La sua realizzazione rimane ancora lontana dalle necessità operative quotidiane, per l’anziano, la sua famiglia e chiunque si occupi di lui”, precisa la segretaria generale.
Assistenza agli anziani: tra domiciliarità e prestazione universale
Aggiunge Mandorino: “In Italia abbiamo un tasso altissimo di anziani che vivono da soli in una casa di proprietà. Una condizione particolare spesso legata alla volontà di rimanere a casa propria. Ma che si accomuna anche al tema della solitudine e della mancanza di una famiglia o di una rete di supporto di riferimento”.
E un indirizzo della legge andava verso il potenziamento dell’assistenza a domicilio. Così come si dava grande rilevanza al discorso sulla residenzialità. “Le residenze per anziani vanno qualificate omologando gli standard poiché nelle regioni ci sono situazioni molto difformi”, commenta la segretaria. Un altro punto riguarda le prestazioni in denaro, legate all’indennità di accompagnamento. In sintesi, tutte le persone anziane non autosufficienti percepiscono per il loro accompagnamento un’indennità fissa, dovuta a tutti, al di là della gravità, in modo uguale. La legge prevede al suo posto la prestazione universale, un fondo per quantificare anche il tipo di investimento sulla persona riproporzionandola sulle sue condizioni di gravità.
Assistenza agli anziani: tema da non dimenticare
Rileva la dottoressa Mandorino: “Era interessante che la legge lavorasse su questi tre aspetti. Ma non è successo. Ripeto, rimane comunque una buona legge però ora è svuotata di incisività, anche perché ha bisogno, proprio in quanto legge delega, di concretizzarsi attraverso i decreti attuativi ancora da stabilire”. E che tra l’altro, ad esempio a proposito di domiciliarità, richiama la necessità di avere linee guida sulla non autosufficienza, attribuendo l’incarico di stabilirle all’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali.
Per Mandorino la riforma non perde dunque il suo carattere innovativo anche se al momento rimane sulla carta ma che comunque va rilanciato e non dimenticato. Ricorda infatti che Cittadinanzattiva e le altre organizzazioni del Patto lavoreranno per accelerare i tempi di questa legge già da settembre. “Ma adesso per l’assistenza agli anziani non cambia nulla”.
Assistenza agli anziani e caregiver
Una questione importante relativa all’assistenza agli anziani è quella dei caregiver. “Un tema che questa riforma”, informa Mandorino, “ha volutamente tenuto fuori parlando di un provvedimento normativo ad hoc”.
Pensare che nel nostro paese manca addirittura una definizione di chi siano i caregiver. “Certamente sono persone che assistono gli anziani”, sottolinea Mandorino, “e anch’esse depositarie di diritti”.
Sfortunatamente oggi l’elaborazione di una legge sui caregiver è difficile da disegnare poiché ci sono tante proposte da parte di tutti gli schieramenti politici. “Quello che si sta cercando di fare adesso è una sintesi, anche partendo da posizioni diverse, per arrivare a un testo normativo che possa essere convincente sia per chi ha presentato le proposte sia per i diretti interessati, i caregiver”.
Assistenza agli anziani: ma chi sono i caregiver?
Sul ruolo del caregiver una delle questioni più controverse è se stiamo parlando dei caregiver conviventi, famigliari e conviventi, o se dobbiamo dare una definizione un po’ più ampia dei caregiver che tenga conto anche dell’attuale organizzazione della nostra società a proposito delle famiglie non più esattamente “tradizionali”.
Cittadinanzattiva, assieme ad altre organizzazioni, fa parte di un “tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari”, istituito dal Ministero per le Disabilità e da quello del Lavoro e delle Politiche sociali.
“Siamo convinti che serva un concetto più esteso di caregiver perché non è soltanto la convivenza a determinare la sua funzione. Pensiamo alle tante persone che si prendono cura di anziani loro genitori, anche con demenze o Parkinson, e non necessariamente convivono con loro. Eppure se ne occupano in una parte rilevante del loro tempo”, sostiene Anna Lisa Mandorino.
Si potrebbe poi pensare inoltre anche a un ristoro economico proporzionato al tempo dedicato alla persona con malattia, soprattutto se si parla di persone caregiver che non sono figli conviventi, appunto.
Assistenza agli anziani: prendersi cura di un proprio caro anche se non si è conviventi
La definizione di caregiver dovrebbe essere più legata alla modalità e al tempo di cui ci si prende cura di un proprio caro malato piuttosto che alla relazione di convivenza in senso stretto. Se si dovesse limitare il riconoscimento del ruolo dei caregiver ai soli conviventi, rimarrebbero escluse le tante persone figlie/figli, sorelle/fratelli, nipoti, amici, che di fatto assistono i propri cari.
Non ha dubbi, la dottoressa Mandorino circa il fatto che “si dovrebbe anche riconoscere diritti specifici ai caregiver giovani e giovanissimi impegnati nell’assistenza agli anziani”. Via libera ad esempio ai crediti formativi per chi svolge questo ruolo di cura, nonché la relativa validazione ai fini del riconoscimento del servizio civile.
Da ricordare. In questo discorso non entrano i badanti, ma i caregiver non professionali che hanno un legame di affetto o sentimentale-relazionale in senso lato, la cui attività va riconosciuta e considerata con tutti i diritti relativi.
Cinzia D’Agostino per Redazione VediamociChiara ©riproduzione riservata
Take Home Message
Cittadinanzattiva è da sempre attiva nella tutela dei diritti di tutti. In modo particolare è accanto alle persone con tanti anni sulle spalle e la loro assistenza. Cinzia d’Agostino ha intervistato per noi la segretaria generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino